Il giorno della verità: 8 milioni al voto

Il giorno della verità: 8 milioni al voto

Stop alle chiacchiere, alle promesse e ai litigi. Oggi parlano i voti. I voti dei quasi 8 milioni di lombardi chiamati a scegliere il prossimo presidente della Regione, e a dire la loro (decisiva) sui partiti e candidati da spedire a Roma nel Parlamento italiano. Due partite diverse e complementari, dunque, una più importante dell'altra. In palio nella prima c'è il Pirellone, il governo della Regione più importante d'Italia. E nell'altra gli equilibri alla Camera e soprattutto al Senato, dove (per legge, e per Costituzione) il premio di maggioranza si assegna regione per regione: e sono 49 i seggi per Palazzo Madama che saranno attribuiti in Lombardia.
I seggi oggi apriranno alle 8 per chiudere alle 22. Domani apertura alle 7 e stop alle 15. Quindi si procederà allo spoglio delle schede. Domani quelle delle Politiche, martedì le Regionali. Sono 7.745.359 i lombardi chiamati alle urne: 3.742.475 maschi e 4.002.884 femmine. A Milano quasi un milione (per la Regione 993.585; per Camera e Senato rispettivamente 945.509 e 883.103). Infine gli iscritti nelle liste elettorali di Milano che risiedono all'estero e quindi per legge votano per corrispondenza: si tratta di 48.076 elettori per la Camera e 43.937 per il Senato. Nei Comuni diversi da quelli di residenza possono votare gli appartenenti alle forze dell'ordine, i ricoverati in ospedale, ma anche i rappresentanti di lista, purché residenti nella regione Lombardia. A Milano i «nuovi italiani» che votano per la prima volta sono 1.502 (798 femmine e 704 maschi). Si tratta prevalentemente di figli di genitori stranieri, nati nel nostro Paese, che hanno ottenuto cittadinanza italiana e diritto al voto, al raggiungimento dei 18 anni. Per la sostituzione delle tessere elettorali smarrite o deteriorate è stata prevista l'apertura straordinaria dell'Anagrafe di via Larga, delle sedi decentrate e dell'Ufficio elettorale di via Messina 52. Ieri si sono insediati presidenti di seggio e scrutatori. Pochissime, per la prima volta, le sostituzioni: solo 30 presidenti e 10 scrutatori hanno dato forfait.
Tutto sembra filare liscio, anche se ieri - con tempismo discutibile - è uscita la notizia di un'indagine che riguarda il consigliere provinciale brianzolo della Lega Giuliano Beretta. L'ipotesi è di una falsa autenticazione di circa 900 firme raccolte nella circoscrizione Monza-Brianza a sostegno della lista «Maroni presidente» ma l'inchiesta è stata avviata dal pm in seguito alla denuncia presentata qualche settimana fa dai Radicali.

Ha replicato la Lega con il segretario regionale Matteo Salvini: «Per la Lista Maroni solo firme vere, verissime - ha detto - di donne e uomini che hanno sottoscritto la lista Maroni e voteranno per Maroni presidente. Mettono tristezza tutti gli insulti, le calunnie e il fango di queste settimane contro la Lega e i colpi di coda per evitare una vittoria del centrodestra in Lombardia, ormai sempre più vicina».

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