In via Gluck un museo sulle star di celluloide

In via Gluck un museo sulle star di celluloide

Quando Celentano era un bambino via Gulck era addirittura «fuori città», ora «solo catrame e cemento». Sarà contento il Molleggiato di sapere che proprio in questa piccola via dopo la Stazione Centrale verso Linate ha inaugurato ieri sera al numero 45 il nuovo «Museo del Manifesto Cinematografico di Milano Fermo Immagine». Quel palazzo ne ha viste di cose fino ad oggi: negli anni '30 era una fabbrica di strumenti a fiato. Negli anni Ottanta il fotografo Piero Lessio lo ha rilevato e lo ha reso il suo studio. Fino a pochi anni fa ha continuato a funzionare come sede di scatti e elaborazioni delle immagini, poi la svolta: nel 2011, con Enrico Ercole e Riccardo Mazzoni, la decisione di trasformarlo nel Museo del Manifesto Cinematografico di Milano, gestito dall'Associazione Atelier Gulck Arte di cui è presidente Lessio. I tre iniziano una lunga raccolta di materiale che porta ora il Museo a predisporre di un archivio di 50mila pezzi tra manifesti, locandine, foto buste e soggettoni originali («Noi italiani abbiamo avuto la più grande scuola di cartellonisti -dice Enrico Ercole-, soprattutto perché fino agli anni '70 tutte le locandine erano disegnate. Non si usavano fotografie»), ospitati in una struttura di circa 1000 mq dotata di impianto luci, regia audio e video, megaschermi per proiezioni, una biblioteca, tre postazioni per vedere i film in archivio (per ora 200, dal 1922 ad oggi), un punto ristoro e connessione Wi-Fi. Oltre ai manifesti «storici» nella Sala Hollywood, l'esposizione temporanea, fino al 30 giugno, è dedicata a Litz Taylor, la bellissima diva e donna inquieta nella vita privata. «Siamo partiti da lei perché abbiamo la filmografia completa in collezione e perché il 2013 è il cinquantesimo compleanno del suo film Cleopatra».

Abiti, gioielli, testimonianze della sosia ufficiale della Taylor, l'italiana Marina Castelnuovo (presente ieri alla serata inaugurale del Museo), oltre a incontri e proiezioni, per un Museo che vuole essere anche un punto d'incontro nuovo.

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