I casi: dalle pagelle al porto d'armi

I casi: dalle pagelle al porto d'armi

Le ingiustizie dello Stato in tutte le sue innumerevoli forme: dagli studenti che si vedono bocciare alla maturità, a padroni di casa che si vedono rifiutare l'okay a un sopralzo, ai carabinieri puniti dai loro superiori. É vasto e interessante il catalogo dei temi che il Tar lombardo si trova a trattare. Fino alla decisione più recente, quella resa nota ieri dall'associazione dei gestori di sale gioco: l'annullamento (per ora solo provvisorio) dell'ordinanza comunale che limitava all'una di notte l'orario di apertura della sala Game Paradise, che ora potrà funzionare 24 ore su 24.
Frugando nel sito della giustizia amministrativa lombarda si ha un quadro realistico e dettagliato delle difficoltà che incontra un cittadino quando ha a che fare con la pubblica autorità. A bombardare fino a pochi mesi fa con i loro ricorsi erano soprattutto gli stranieri che si vedevano rifiutare il permesso di soggiorno: nella maggior parte dei casi il Tar confermava il diniego, e questo ha contribuito a disincentivare la «moda». A ondate successive arrivano i ricorsi dei bocciati agli esami da avvocato. Si rivolgono al Tar i cittadini che si sono visti ritirare il porto d'armi, i magistrati cui il governo ha tagliato gli stipendi, gli inquilini che vedono sorgere nel cortile di casa un ecomostro spensieratamente autorizzato dal Comune. E alle cancellerie di via Corridoni bussano persino le prostitute che sindaci zelanti cercano di allontanare a colpi di fogli di via dalle strade del loro Comune.
Spesso hanno dovuto affrontare questioni spinose: come quando si misurarono con il ricorso del papà di Eluana Englaro contro la decisione di tenere in vita sua figlia; o dovettero valutare, a pochi giorni dalle elezioni, il ricorso dei radicali che chiedevano di escludere dalle Regionali del 2010 le liste di Roberto Formigoni.

Altri Tar italiani sono finiti in passato sulle pagine dei giornali per decisioni a volte clamorose, i magistrati della sede milanese hanno quasi sempre cercato di coniugare rispetto delle norme e buon senso. Tant'è vero che è abbastanza ridotto il numero di decisioni milanesi che vengono poi modificate dal Consiglio di Stato, l'organo supremo della giustizia amministrativa.

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