I codici miniati già elogiavano il «food»

I codici miniati già elogiavano il «food»

Il pranzo è servito: con Expo il consesso moderno di studiosi si interroga sul cibo futuro del pianeta, ma gli antichi vi erano già arrivati, imbandendo una tavola equilibrata di suggerimenti per il nutrimento. Del corpo come dell'anima. Ancora una volta per immaginare il futuro dobbiamo rivolgerci al passato: questo spiega «Pane e non solo: i cibi, i libri», la mostra con cui Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana, oltre al Codice Atlantico di Leonardo già esposto, si preparano ad Expo, illustrandone i medesimi temi grazie ad alcuni dei più preziosi codici miniati a noi giunti dalla tradizione greca, latina, ebraica ed araba. Per i dottori dell'Ambrosiana non è stato facile selezionare gli «ingredienti» per questo menù di 14 portate, stellate ed antichissime. Dagli scaffali le materie prime non mancavano ed erano «km zero», ma divulgare l'arte della miniatura e dell'illuminazione dei codici attraverso un fil rouge richiedeva intelligenza. Il risultato è una mostra nella mostra. Le «star» manoscritte si trovano nelle prime sale della Pinacoteca. Due dei codici - l'Ilias picta e il Virgilio di Petrarca con disegni di Simone Martini - sono notissimi. Molti altri, mai esposti prima. «Il pianeta non si sostiene solo di cereali, ma anche di nutrimento spirituale», ha spiegato monsignor Franco Buzzi prefetto dell'Ambrosiana che ha coordinato il lavoro dei dottori, da Pier Francesco Fumagalli, a Federico Gallo ad Alberto Rocca. Ci sono le carpe che allietano i banchetti in un harem, così come descritto da un manoscritto arabo del XV secolo che riporta il Libro degli animali di Al Gahiz. Ci sono i banchetti mistici di tradizione ebraica e cristiana nelle quali il vino e l'amicizia si intrecciano con la simbologia di astri ed animali. Ed ecco allora una bibbia ebraica del 1236: fra i tre animali delle origini, come recita il Talmud, c'è il leviatano, il mostro marino che vuole inghiottire il mondo, a precedere il banchetto dei giusti con uomini dalle fattezze zoomorfe. E', invece, una “reliquia” vecchia 1500 anni a raccontare i banchetti degli dei secondo l'Iliade: finalmente si può ammirare uno dei 50 frammenti dell'Ambrosiana dell'Ilias Picta che anche il Metropolitan museum chiede a gran voce. Al centro della sala ecco l'altra star: Petrarca senior regalò per la laurea al figlio questo codice del 1340 spendendo quasi 100 mila euro di oggi. Il libro conteneva, fra l'altro, l'opera omnia di Virgilio e per il giovane Francesco fu il libro di una vita, su cui vergare anche il suo amore per Laura in piccole note. Ma il famoso «Ytala praeclara tellus alis alma poetas» fu aggiunto dopo il furto e il ritrovamento: Petrarca chiese a Simone Martini di illuminare la prima pagina del manoscritto.

Così Virgilio vi compare sdraiato sotto un albero, sub tegmine fagis, la penna alzata nell'atto di seguire l'ispirazione, quel cibo spirituale della sua poesia che, nelle Bucoliche e nelle Georgiche aveva come protagonista la natura.

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