I consigli di Delpini per i nonni poco high tech

Sabrina Cottone

Un invito in Duomo ai nonni dal vescovo è un gesto inedito, così fino alle tre e mezza della prima domenica d'Avvento continuavano ad arrivare on line richieste d'iscrizione da parte delle teste più o meno bianche che hanno poi riempito le navate. Forse non tutti si aspettavano, durante il colloquio con i tre nonni «scelti», che tra i consigli controcorrente di Mario Delpini, accanto al non lasciarsi complessare dalle eventuali carenze tecnologiche rispetto ai nipoti nativi digitali, ci fosse anche parlare in modo sano della sessualità e darsi alla politica. E invece sì, non solo giardinetti.

A ciascuno il suo per «mantenere alta la dimensione dello stupore», perché questi nonni e nonne del Terzo millennio riuniti in Duomo sono invitati a «insegnare a cucinare, per far provare il gusto di mettere le mani in acqua e di vedere lievitare la torta», con ricette che non devono per forza arrivare da internet. Oppure a regalare ai nipoti schiavi della play station «lo stupore della natura», qualcosa di simile all'«ohhh» beato di quando erano piccoli, anche se non sarà mai più la stessa cosa. Lo stupore della natura «reagisce al mondo appiattito dello schermo del computer e della tv, dove si vede tutto ma non si sentono gli odori, la fatica, la ruvidità della vita».

Tra le «tentazioni contro lo stupore c'è la pressione sociale».

Così, se diventa di moda una cosa, avere uno smartphone e vestire in una certa maniera, è bene vigilare. «Sembra che chi non ha certe robe sia un emarginato. Invece ci vuole la fierezza della libertà», dice Delpini, in un «no al branco» che (pur senza luddismi), coinvolge le nuove tecnologie. (...)

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