L'incidenza dei reati non è più legata alla zona. I più pericolosi tra i ragazzi sudamericani ormai si sono affrancati dalle bande di ragazzacci pieni di tatuaggi con tanto alcol in corpo che si picchiano fuori dai locali e puntano più in alto, molto più in alto. Evitano cocci, risse notturne, scansano soprattutto e rigorosamente i cadaveri. Veri e propri criminali, insomma. Che con il minimo dell'esposizione puntano al massimo del rendimento. Sono «fantasmi». Usano soltanto cellulari intestati a prestanome, vivono in case occupate, per i colpi adoperano auto rubate, non hanno mai rapporti con alcuna amministrazione. E quando si accorgono che non è più aria via, spariscono, si trasferiscono all'estero. Nel maggio scorso l'Ufficio prevenzione generale della polizia di Milano diretto dalla dottoressa Maria José Falcicchia ha arrestato sette ladri cileni, inquadrati in un'associazione a delinquere ricostruita con il pm David Monti, specializzati proprio in furti con «spaccata» delle vetrine di negozi importanti: show room Hugo Boss in via Morimondo, Biffi in corso Genova, Tatras in via Bugatti, Baby Motta in via Soresina e Occhial House in via Paisiello. Furti programmati nei dettagli, azioni rapidissime, vetrine sfondate con le auto e una decina di ragazzi che in meno di un minuto svaligiavano i locali.
I fermati, anche se alcuni sono ancora molto giovani - spiegano gli investigatori -una volta scontata la loro pena qui in Italia, non hanno difficoltà ad ammetterlo, se ne andranno all'estero, per intraprendere la stessa carriera fotocopia».PaFu
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