Cronaca locale

"Gli imprenditori delusi dalla sinistra ci chiedono aiuto"

La prima campagna elettorale di Marco Osnato (Fdi) proprio a Sesto nella sfida a sindaco di Romano La Russa contro Penati

"Gli imprenditori delusi dalla sinistra ci chiedono aiuto"

La sua prima campagna elettorale la fece proprio a Sesto San Giovanni nel 1994. Il deputato Marco Osnato era candidato con Alleanza nazionale a sostegno della corsa a sindaco di Romano La Russa contro Filippo Penati. Erano i tempi della «Stalingrado d'Italia», la roccaforte ormai sottratta da anni alla sinistra. Osnato, che oggi è il capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Finanze a Montecitorio, alle politiche correrà per la Camera proprio nel collegio uninominale di Sesto e del nord milanese: «Un territorio che conosco bene, ho sempre fatto campagne qui. Quando ero consigliere e presidente di Commissione a Milano la sindaca Letizia Moratti mi mandava al Parco Nord o a quello delle Groane». E adesso «sono anche diventato tifoso della Pro Sesto. Mio figlio gioca lì da 8 anni, passo grandi pomeriggi al Breda».

Onorevole Osnato, come prepara la campagna?

«Ci sono Comuni importanti, penso a Sesto, Cinisello, Rho e Pero: le priorità sono la sicurezza e lo sviluppo economico visto che nel nord di Milano c'è il pil di una nazione d'Europa. Lavoreremo anche con la Regione per gli ospedali di Sesto e Garbagnate. La terapia intensiva neonatale di Rho, per esempio, è stata ridimensionata da una legge assurda dello Stato. Tutta la parte ovest della provincia di Milano deve riversarsi sul Niguarda. Insieme al Pirellone stiamo cercando di sistemare».

Zone che adesso guardano di più al centrodestra.

«E di questo sono contento. Sono territori che hanno cambiato pelle: prima avevano in mente un sistema di giustizia sociale riferito alla sinistra, negli ultimi anni hanno scelto di cambiare. Sesto, Cinisello, Bresso, Cormano e Cesate sono governate dal centrodestra: fino a qualche tempo fa impensabile».

Fratelli d'Italia manterrà la fiamma nel simbolo.

«Ha fatto bene Giorgia Meloni. Averla o toglierla non è una necessità elettorale, soprattutto se te lo chiedono Enrico Letta o Loredana Bertè, con tutto il rispetto. Questa è una valutazione che farà il partito. Se vorrà».

Tanti big in corsa nella Regione. Fdi punta forte sulla Lombardia?

«È la risposta a chi dice che non abbiamo classe dirigente al nord. A Milano si è svolta anche la nostra assemblea programmatica: un bel palcoscenico per un successo di tutto il partito. Sono candidati esponenti come La Russa e De Corato che rappresentano l'autorevolezza di una certa destra, insieme alla classe intermedia e tanti giovani. Con degli innesti nuovi che premiano la territorialità, come dimostrano le candidature dei coordinatori provinciali e cittadini di Milano Sisler e Maullu».

Dopo il voto cambieranno i rapporti di forza in Lombardia?

«L'obiettivo è arrivare alle regionali con una bella coalizione e una buona lista di Fdi. Pensiamo di poter dire qualcosa in più rispetto a questi anni. C'è la sfida dell'applicazione della riforma della sanità che abbiamo appoggiato, ma che ha ancora qualche punto da aggiornare. E poi c'è da affrontare la crisi energetica, crediamo che la Lombardia debba offrire qualche ancora di salvataggio alle imprese».

Ma è vero che gli imprenditori hanno voltato le spalle al centrodestra?

«No, ne incontro ogni giorno e nel mio piccolo lo sono anche io. La speranza è tutta riposta nel centrodestra e in Meloni. Il Pd e la sinistra, nonostante abbiano governato per 11 anni, non hanno mai risolto i problemi degli imprenditori. Sarebbe difficile per loro chiedere di votarli».

In Lombardia arriverete davanti alla Lega?

«Ieri ci siamo scambiati messaggi con tutti i responsabili del territorio dei nostri alleati.

Nella serenità che contraddistingue i rapporti, è chiaro che questa volta cercheremo di essere più pesanti anche a Milano e in Lombardia».

Commenti