L'ennesima brusca frenata della metropolitana milanese si era verificata proprio da qualche ora, alle 8, a Cassina de' Pecchi, sulla linea «verde». Quattro passeggeri erano stati soccorsi in «codice verde», nessuno in gravi condizioni. Subito dopo, com'era già stato previsto, i sindacati hanno incontrato Atm «per fare il punto sui temi aperti e su quelli relativi ai recenti episodi che hanno coinvolto lavoratori e utenza.
Mentre il conto delle anomale frenate e quello dei feriti più o meno gravi aumenta e il fascicolo aperto a «modello 45» (per il momento senza indagati e senza ipotesi accusatorie) dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano si fa più corposo, «l'Azienda ha innanzitutto ribadito che, contrariamente alla negativa esposizione mediatica di queste ultime settimane, quanto accaduto in metropolitana dimostra l'efficacia dei sistemi di sicurezza, a tutela di passeggeri e personale viaggiante» hanno spiegato in una nota diffusa ieri mattina i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti Ugl Autoferrotranvieri, Faisa Orsa Sama.
«Atm ha tuttavia già avviato le verifiche tecniche propedeutiche a rendere le reazioni del sistema in metropolitana più aderenti al reale rischio - continua il documento sindacale -, lavorando sull'intensità della frenata dei treni».
Nel documento si spiega infine che i dati statistici rilevati dall'Azienda in relazione agli eventi occorsi, hanno fatto emergere, nella netta maggioranza dei casi, come la responsabilità di quanto accaduto sia da imputare a cause di natura tecnica e non a errori dei lavoratori.
Le organizzazioni sindacali hanno registrato la posizione dell'impresa, chiedendo però garanzie di continuità dei tavoli di monitoraggio del sistema di sicurezza in metropolitana.«La riunione di lunedì non ha affrontato gli altri temi, - conclude la nota - che saranno invece oggetto di confronto su tavoli specifici che saranno a breve convocati».
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