Cronaca locale

Islam integralista, è scontro. E apre la sede la "Fratellanza"

Moschee, l'ex pm Dambruoso presenta la sua ricetta. Scintille fra Lega e sinistra. E spunta un nuovo centro

Islam integralista, è scontro. E apre la sede la "Fratellanza"

Moschee milanesi e Fratelli musulmani, il caso è aperto e squadernato. Il giudizio sull'organizzazione transnazionale dell'islam politico oggi divide la sinistra milanese e il centrodestra. E intanto al Gratosoglio apre un nuovo centro islamico, fondato da una cosiddetta «associazione culturale della Fratellanza». Il centro viene inaugurato oggi con una cerimonia in via Baroni 190, e il presiedente Mustapha Laabadi annuncia come (rituale) obiettivo un «ulteriore cammino di dialogo e collaborazione con le comunità e le istituzioni pubbliche», proponendosi di rappresentare «uno spazio di formazione e informazione aperto a tutta la cittadinanza interessata a conoscere più da vicino le attività della Fratellanza». Il nome dell'associazione richiama una sigla attiva a Pioltello. E inevitabilmente sembra evocare la Fratellanza musulmana di cui anche ieri si è parlato in Comune. Seppur con i toni ovattati che sono tipici di un appuntamento istituzionale, la questione è riemersa ieri nella seduta che la commissione Sicurezza ha dedicato all'audizione di due esperti, gli ex magistrati Maurizio Grigo e Stefano Dambruoso, che hanno riferito ai consiglieri l'esito della loro attività di consulenza gratuita sui temi della sicurezza urbana e della radicalizzazione religiosa. In tema di sicurezza, il presidente di commissione di Zona 2, Riccardo Truppo, ha lamentato la «pressoché totale disattenzione» del Comune nel monitorare e coinvolgere i Municipi sui delicati compiti di prevenzione sul territorio: «Da mesi chiediamo di essere coinvolti sulle decisioni di impiego forze sul territorio» ha protestato.

Il consigliere leghista Massimiliano Bastoni, nella discussione che seguito le relazioni degli ex pm, ha indicato il nodo del Caim, il coordinamento delle associazioni islamiche che il Comune, da 6 anni, ha eletto a interlocutore, con risultati deludenti. E mentre Dambruoso (deputato di Scelta civica), pur con tutte le cautele dovute su imam e fondi, ha indicato come obiettivo ragionevole l'apertura di due-tre moschee in città, Bastoni ha indicato i centri islamici come possibile «brodo di cultura» di fenomeni preoccupanti. Infine ha ribadito la necessità di «fare chiarezza sul ruolo del Caim e sui contatti con Fratelli musulmani».

Di recente il Pd ha presentato una querela nei confronti di un consigliere comunale, Matteo Forte e di una ex dirigente milanese, Maryan Ismail, che hanno accostato il Pd e i Fratelli musulmani. Successivamente è spuntato un articolo che la capogruppo Esteri del Pd, la milanese Lia Quartapelle, nel 2012 ha intitolato «Siamo tutti Fratelli musulmani», dedicandolo alle elezioni egiziani. Ieri, un altro esponente del centrosinistra, il consigliere David Gentili (eletto col Pd), in Comune ha consigliato di non dare per scontato che quella sia «una galassia da sospettare». «Mi sembra una forzatura» ha detto, citando una fonte Usa, «una galassia che si è dispersa nel mondo, ognuno con la propria modalità di interpretare indicazioni politiche e religiose». Al contrario, la stessa Ismail ha avvertito: «Una minoranza politicizzata e ortodossa sta islamizzando l'islam».

E ha evocato i rischi da cui da anni mette in guardia la sinistra: da un lato scegliere interlocutori che non rispettino il pluralismo religioso ed etnico dell'islam («è un mondo complesso è delicatissimo») dall'altro dimenticare la questione femminile: «Le donne musulmane hanno un percorso di pari opportunità negate».

Commenti