Kalashnikov e droga nei box delle case Aler

Nei garage «sigillati» scoperto un arsenale, 200 munizioni e 24 chili tra hashish e coca

Paola Fucilieri

A giugno mazzette di banconote e una trentina di preziosi, ovvero 28mila euro di contanti, qualche anello con diamante, tre orologi di medio valore e qualche altro gioiello rubati qualche tempo prima a una nonnina e rinvenuti nell'appartamento occupato abusivamente da una famiglia di rom. Stavolta i carabinieri della stazione Milano Greco (compagnia Monforte Vittoria), con la «scusa» di affiancare l'Aler durante gli sgomberi, alle «case bianche» di viale Fulvio Testi e viale Sarca mercoledì hanno trovato un vero e proprio deposito di armi e munizioni, ma anche hashish, olio di hashish, marijuana e cocaina per un totale che supera i 24 chili di droga.

Una scoperta considerevole, fatta dopo aver passato in rassegna circa duecento box. «Solo teoricamente inaccessibili perché Aler li aveva già chiusi e messi in sicurezza da tempo con delle lastre di metallo - come accade per le porte degli appartamenti in cui cercano d'insediarsi inquilini abusivi - ma evidentemente qualcuno è riuscito a entrarci ugualmente e poi a sigillarle come se risultassero intatte» spiega il capitano Silvio Maria Fonzio, che dirige la compagnia Monforte Vittoria.

Sotto questi caseggiati popolari di dieci piani ciascuno - dal civico 304 al 310 di viale Testi e dal 363 al 369 di viale Sarca - con tre appartamenti distribuiti su ciascun piano, i militari hanno svolto le loro ispezioni con l'aiuto dei vigili del fuoco che hanno rimosso le pesanti lastre d'acciaio montate da chi in quei palazzi occupa abusivamente quasi un centinaio di appartamenti. Rinvenendo così un kalashnikov, due pistole (una Beretta automatica e una a tamburo, rubate a Milano e in Piemonte), oltre duecento proiettili di vario calibro, una divisa completa da vigilante di un noto istituto di sicurezza con relativo giubbotto antiproiettile (risultati rubati e la cui scomparsa era stata denunciata regolarmente), 22 chili e mezzo di hashish, oltre un chilo e mezzo di marijuana e 200 grammi di cocaina.

Nei box le armi - imballate con cura e perfettamente conservate, oliate e pronte all'uso, - erano nascoste all'interno e sotto carcasse di auto e moto rubate e completamente «cannibalizzate». Anche la droga era celata in analoghi pertugi e per scoprirla è stato preziosissimo l'aiuto delle unità cinofile.

È da anni che queste «case bianche» vengono usate come depositi di merce che scotta da pregiudicati italiani anche appartenenti alla malavita e da rom - in particolare le famiglie Hudorovic e Braidic - che, oltre che del racket delle occupazioni, vivono di furti, rapine, spaccio e ricettazione.

Il kalashnikov e la divisa da guardia giurata però fanno pensare però a un «livello superiore» o comunque a qualcuno che in quei palazzoni stesse pianificando l'assalto a un furgone portavalori o magari l'abbia già messo a segno. «Ci andiamo cauti e attendiamo le analisi balistiche» conclude il capitano Ponzio.

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