La crisi adesso è davvero alle spalle. Dopo 9 anni il tasso di occupazione in Lombardia supera il livello del 2008 (67,3% nel 2017 rispetto al 66,9%). Il traguardo, Milano lo aveva già raggiunto nel 2016 e lo ha ulteriormente incrementato nel 2017. L'Italia invece non l'ha ancora centrato.
Nel 2017, grazie al miglioramento del quadro economico, il mercato del lavoro lombardo si è rafforzato. E guardando ai livelli del 2008, cresce anche il numero degli occupati: +125mila in regione e +90mila a Milano. La Lombardia ha quindi superato del 3% il numero di occupati del pre-crisi mentre Milano è vicina al +5%. Dai dati, che emergono dalla dodicesima edizione di «Il Lavoro a Milano», rapporto annuale di Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil, si segnala però un significativo squilibrio occupazionale, solo in parte bilanciato dai trend demografici: -74mila occupati in nove anni nei giovani tra i 15 e i 44 anni, contro i 63mila occupati in più over 45. Ciò nonostante, dal fronte giovani arrivano anche segnali positivi: nel 2017 la fascia 15-24 anni vede scendere il tasso di disoccupazione di 7 punti, passando dal 29,9% al 22,9% e si è ridotto anche il numero dei Neet persone non impegnate né nello studio, né nel lavoro, né nella formazione.
Sempre sul fronte del lavoro, torna in pari l'occupazione maschile e migliora ulteriormente quella femminile, che tocca quota +115mila rispetto al +75mila dello scorso anno. Cresce anche l'occupazione più scolarizzata, a scapito dei lavoratori con un basso titolo di studio, basti pensare che quelli con la sola licenza media in Lombardia sono 231mila in meno rispetto a nove anni fa, mentre i lavoratori diplomati sono cresciuti di 76mila unità e i laureati di 281mila.
«L'indagine - commenta Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda alle Politiche del Lavoro, Sicurezza e Welfare presenta un quadro del 2017 complessivamente positivo che vede crescere il numero di imprese sul territorio, +1,4% a Milano e +0,5% a Monza, e il numero di occupati: + 37mila rispetto all'anno precedente. Riscontriamo che il numero delle aziende manifatturiere ha avuto una leggera flessione (-0,5 a Milano, Monza Brianza e Lodi, -0,9% in Italia), compensata da una diffusa crescita dei servizi, e che l'occupazione è stata trainata dal lavoro a tempo determinato». Altro «tema caldo», per Chiassarini, è quello dei giovani: «Il tasso di disoccupazione giovanile è finalmente sceso di 7 punti ma non è bastato a colmare lo squilibrio generazionale, che continua a costituire una criticità».
Un chiaroscuro che preoccupa i sindacati: «Una ripresa di basso profilo - la definisce Massimo Bonini, segretario generale della Cgil di Milano - Questo preoccupa da più punti di vista, innanzitutto per quanto riguarda gli infortuni, mortali e non, infatti, l'aumento degli occupati ha generato un plus di carichi di lavoro, sfiorando soltanto quel passo in avanti di tecnologie innovative che ci si aspetta da un territorio come il nostro». Per Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl, «i dati sul segmento di chi non studia né lavora devono interrogare la politica sulle scelte compiute rispetto agli altri Paesi europei».
La Cisl invita le imprese «ad assumere i giovani con contratti
veri e non con stage». E Antonio Albrizio, segretario Uil Milano Lombardia, «siamo davvero molto lontani da dati strutturati che ci possano far parlare di un'effettiva ripresa del mercato del lavoro sul nostro territorio».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.