Legge funeraria bloccata e imprese in agitazione Regione: «Interveniamo»

Il nodo è l'impugnazione del vecchio governo La categoria: «Abbiamo fatto investimenti»

Legge funeraria bloccata e imprese in agitazione Regione: «Interveniamo»

Si dice che il settore non conosca crisi ma le imprese del settore funerario sono in agitazione. E qualcuno addirittura evoca lo sciopero.

Anche questa attività d'impresa richiede certezze, e le imprese sono preoccupate per lo stallo creato dopo l'impugnazione della legge regionale approvata 9 mesi fa al Pirellone. La legge presupponeva regolamenti entro 180 giorni, che sono ampiamente trascorsi. E il lavoro non è nemmeno cominciato per l'impugnazione del governo gialloverde davanti alla Corte Costituzionale. Tutte le innovazioni previste sono rimaste congelate, con non poche difficoltà per un comparto che l'aveva chiesta a gran voce e oggi lamenta una grande confusione organizzativa, mentre la Regione con l'assessore Giulio Gallera esclude che ci sia una situazione di caos e annuncia interventi.

«In sede di redazione della legge abbiamo lavorato a una proposta unitaria - spiega Antonio Ricciardi, presidente della categoria Onoranze funebri di Bergamo della Lia, Liberi imprenditori associati - Siamo in una fase di trasformazione, da onoranze a imprese europee che si strutturano e accolgono le salme e le famiglie con servizi adeguati. La Regione ha bene interpretato queste esigenze, è sempre stata all'avanguardia, anzi la precedente legge ha fatto da modello per altre. Però sono passati dieci anni e si sono verificati problemi, per esempio una frammentazione eccessiva, per cui si è lavorato su requisti che garantissero professionalità e standard. Purtroppo l'impugnazione ha fatto sì che - sebbene in vigore - la legge regionale non abbia ancora i regolamenti che avrebbero dovuto essere promulgati fra settembre e ottobre. A fronte di importanti investimenti che le imprese stanno sostenendo, per esempio nella costruzione di case funerarie, c'è questa incertezza». «Altro problema - prosegue Ricciardi - sono le differenti interpretazioni territoriali rispetto al rapporto con le Ats. Insomma, le istituzioni sono sempre più lente rispetto al mercato e alla società». Ricciardi è cauto ma ammette che qualcuno parla di sciopero (lui di «iniziative»).

Altra questione la cremazione. Con una delibera di giunta la Regione ha stabilito nel 2015 che, in base ai dati dell'andamento di cremazioni e ai tassi di mortalità, entro il 2020 avrebbero dovuto essere realizzate 13 nuove linee (con almeno 1.200 cremazioni annue per linea). Inoltre era stato stabilito che annualmente sarebbe stato pubblicato il quadro dell'andamento delle cremazioni per valutare l'adeguatezza delle previsioni. Anche qui si sono determinati ritardi. Per la categoria, le liste d'attesa agli impianti crematori sono mediamente di qualche giorno. E l'attesa per le cremazioni da estumulazioni è di qualche settimana. L'assessore regionale, Giulio Gallera chiarisce: «Abbiamo fatto una legge molto innovativa, che prevede anche case funerarie e centri servizi, con paletti precisi. L'obiettivo era garantire qualità e servizi. In alcune parti la legge è stata impugnata dal governo, con alcuni rilievi. Alcuni, in materia di stato civile, sono stati recepiti, per il resto abbiamo chiesto al governo di revocare l'impugnazione». Il tema degli impianti per le cremazioni, invece, esula dal contenzioso costituzionale. «La fotografia di 2 anni fa ha detto che erano sufficienti - spiega ancora Gallera - ora stiamo preparando una delibera che spero sarà approvata a gennaio.

Un impianto lo devi fare se sei in grado di garantire efficienza e utilità. Forse qualcosa in più si può fare, anche sui requisiti. Queste sono le innovazioni che stiamo mettendo a punto, comunque non c'è un'emergenza».

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