Sesto San Giovanni liberata, prima di tutto dalla paura. Sono arrivati i soldati e i cittadini li hanno accolti con «selfie», sorrisi e strette di mano. Le pattuglie miste di esercito e agenti sono state chieste dal neo sindaco, Roberto Di Stefano, che sulla sicurezza ha puntato tutta la campagna elettorale. La richiesta dei rinforzi è stata fra i primi atti della prima amministrazione di centrodestra. E da ieri, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, le pattuglie controlleranno i punti critici della città, insieme alle forze dell'ordine. «Una scelta di buon senso, in accordo con la prefettura, per la sicurezza della nostra città» ha detto Di Stefano. Annunciando il sì della Questura alla sua richiesta di un presidio misto di soldati e forze dell'ordine, quattro giorni fa Di Stefano ha spiegato che le pattuglia avranno come presidio di base la stazione, muovendosi su tre turni anche nelle aree intorno alle fermate della metropolitana e in alcune piazze della città.
Ieri i sestesi festeggiavano. «Hanno ripreso possesso della loro città» ha commentato soddisfatto il sindaco, vedendo la scena dei concittadini intenti a ringraziare le divise. Scene non inedite per le pattuglie, viste anche a Milano, in particolare in via Padova. «La percezione di controllo serve - ha spiegato Di Stefano - in particolare in una città in cui la sicurezza, per anni, non è stata una priorità. E la situazione era deteriorata, in particolare alla stazione e a Rondò».
Alla stazione ferroviaria è legato il caso più eclatante, che ha portato Sesto sulle pagine di tutti i giornali europei: la sparatoria che, alla vigilia di Natale, ha coinvolto il killer di Berlino Anis Amri. Il terrorista, reduce dal sanguinoso attentato nella capitale tedesca, fu fermato dalla polizia italiana proprio alla stazione, durante un controllo da cui scaturì lo scontro a fuoco. A Rondò, invece, il capo dei vigili di Sesto era stato aggredito, proprio a due giorni dal voto, da un extracomunitario senza documenti che cercava di eludere un controllo. «C'era bisogno di una inversione di controllo - riflette il sindaco - e solo chi ha un approccio ideologico può essere contrario, mentre ho visto che i cittadini stringono la mano ai militari e si fanno fotografare accanto alle divise».
Intanto sono arrivati a quota 30 i «daspo urbani» con allontanamento dal territorio cittadino, emessi nei confronti di chi fa accattonaggio, bivacca o pratica vendite abusive. E l'ordinanza è stata firmata martedì scorso.
Nell'atto siglato dal sindaco «è fatto divieto di praticare commercio illegale e abusivo», di «mendicare e porre in essere qualsiasi forma di accattonaggio» e di «bivaccare negli spazi pubblici, nei giardini, all'esterno di esercizi pubblici e commerciali ed in tutti i luoghi frequentati dai cittadini, ponendo in essere comportamenti che determinano lo scadimento della qualità urbana, quali la consumazione di bevande alcoliche, l'espletamento di bisogni fisiologici a cielo aperto, l'occupazione del suolo, l'intralcio per il libero transito e la molestia a cittadini, in particolare donne e anziani».
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