Cronaca locale

L'inaugurazione del negozio di pentole extralusso firmate Zepter

«Mi disturbavano la nebbia, il caldo. E le tante parole dette con convinzione che non portavano da nessuna parte. Mi chiedevo: come mai gli italiani parlano tanto?». Giordana Mill ricorda così i suoi primi tempi in Italia. Oggi, seduta sulla poltrona più alta della succursale italiana della Zepter International, di cui è vicepresidente, nel palazzo dello stabilimento a Brugherio, le sue opinioni su Milano sono cambiate: in meglio.

La signora Mill, nata a Belgrado quando era capitale della Jugoslavia di Tito, e vissuta a Vienna, arrivò tra le nebbie milanesi nel 1995. Per occuparsi dell'azienda fondata dai coniugi Madlena e Philip Zepter, serbi naturalizzati austriaci. Se non sapete che cosa esce dalla Zepter, fate un salto in via San Pietro all'Orto: nei locali che ospitavano la Libreria Francese apre il negozio-bandiera del potente gruppo. Lì vedrete pentole extralusso e tecnologiche, bicchieri e posate di gran classe, macchine domestiche per il sottovuoto, vassoi e ingegnosi accessori per la casa. Ma Zepter vuol dire anche apparecchi medicali, cosmetica, assicurazioni, viaggi. In centro la vetrina, nell'hinterland la realtà produttiva: uno dei più grandi stabilimenti Zepter (sette nel mondo) e il più grande magazzino di smistamento; migliaia di scatole e pianali a formare architetture che somigliano, per un occhio sognatore, alle Torri Celesti di Kiefer alla Bovisa. In un elegante ufficio, Giordana Mill governa con piglio manageriale e attenzione femminile ai dettagli, che siano il tè per gli ospiti o la gentilezza pretesa da tutti coloro che lavorano per lei. «Quando vent'anni fa accettai di venire a Milano non parlavo italiano», dice Mill, che di lingue ne parla molte, come quasi tutti i suoi conterranei, abituati a vivere in una cerniera tra culture. «Ma l'ho imparato presto, come ho imparato che Milano è piena di persone meravigliose. Vienna, città dove vive mia figlia Mariana, è più pulita, più facile da vivere. Ma qui c'è forte energia, la gente è ospitale, ascolta in profondità. Frequento persone importanti e impegnate, e mi piace invitare gli amici nella mia casa per cene e feste. Con Madlene Zepter, e le sue fondazioni, aiutiamo l'arte e la cultura nel mondo». Il suo album, in effetti, è ricco di fotografie con industriali, diplomatici, artisti, dame dell'alta società milanese (in prima linea per cause culturali e benefiche). Giordana Mill, in ossequio alla privacy, ci impedisce di fare nomi, proprio mentre chiude l'album su una fotografia che la ritrae, con altri, vicino a Silvio Berlusconi. «Se dovessi lasciare Milano - dice - la città mi mancherebbe. Non conosco bene le sue strade, mi faccio sempre portare dall'autista. Ma alcune chiese, a cominciare dal Duomo, opere come il Cenacolo, quartieri come Brera, teatri come la Scala, mi sono familiari e volentieri accompagno gli ospiti stranieri a scoprirli. Se Vienna è nobile, Milano è ricca. Ma niente vanti: l'Italia è tutta un tesoro, dai laghi alle montagne, dal mare alle canzoni».

Per la signora Mill la vera Milano è a misura metropolitana. «Una città con oltre cinque milioni di abitanti, che gravita sul centro storico compatto ed elegante. Qui tutti possono imparare lo stile, magari cominciando da come si indossa una camicia: basta saper guardare». Qualche critica? «Vorrei più parchi, più fiori alle finestre e bar con atmosfera calda, come a Vienna». Ci prega di non scriverlo, ma tratteggia così gli uomini italiani: «Sono inguaribilmente donnaioli, e mammoni. Del resto, qui i figli se ne vanno tardi di casa, in Austria e Serbia i giovani sono autonomi a vent'anni. Le milanesi? Tengono alla linea, sono eleganti e sorridenti. E bevono molto meno delle viennesi».

Giordana Mill ama sedersi in buoni ristoranti: da Nobu o alla Risacca 6, o all'Antico Albergo di Pioltello. E si lascia tentare da ristoranti nuovi.

Ora, per la verità, si sta impegnando per la cena charity di domani al Pavilion Unicredit, una serata per la raccolta di fondi a favore della ricerca medica, per il Centro Dino Ferrari: la signora ha prenotato e riempirà alcuni tavoli.

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