L'incontro di coalizione slitta al 5 ottobre Ed è lite con Rizzo sul Giardino dei Giusti

Gli unici a fingere una fiducia incrollabile nel metodo delle primarie per il 2016 sono (ovviamente) l'assessore Pierfrancesco Majorino e il deputato Pd Emanuele Fiano, già scesi in campo 3 mesi fa. Majorino venerdì sera la ri-lanciato la candidatura davanti alla platea di volontari e consiglieri (Monguzzi, Bertolè, Giungi, Bocci, Gentili, tutti ex civatiani) che lo supporteranno. Ha lanciato lo slogan - «Una scelta di vita» -, arruolato i primi testimonial (dalla iperambientalista Milly Moratti al militante Lgbt Luca Paladini alla podista Ivana De Martino) e oggi in via Santa Croce inaugurerà la sua «Cantina delle idee», in pratica la sede del comitato elettorale. Anche Fiano ha fatto un lancio-bis giorni fa con «Capitale Milano» alle Fonderie Napoleoniche, e ieri notte si è concentrato sul fenomeno movida: dalle 23 era alle Colonne di San Lorenzo con le associazioni che distribuiscono volantini e consigli ai giovani contro l'abuso di alcol e droga. «É un costante dialogo con la città - scriveva ieri su Facebook Majorino -. E quel che pensano a Rom sinceramente non è importante. Andiamo avanti per il futuro della città».

Ma quel che pensa il premier-segretario dem Matteo Renzi sulla scelta dei nomi alle prossime amministrative lo ha detto chiaro lunedì scorso, proprio mentre a Milano i coordinatori locali di Pd e Sel hanno scelto dopo molti rinvii la data per la consultazione: il 7 febbraio. Dopo le batoste a Venezia e in Regione Liguria, ha avvertito Renzi, «va aperta una discussione se scegliere ancora o i candidati con le primarie». Se la risposta è sì, le direzioni locali dovranno metterci la faccia. E sarà un caso, ma il segretario metropolitano Pietro Bussolati intanto ha allungato di un'altra settimana il tempo delle scelte. Formalmente, spiega che non tutti i segretari della coalizione potevano essere presenti al vertice clou fissato per domani. Solo per questo è stato rinviato al 5 ottobre. C'è da crederci. Si attendono invece lumi da Roma e gli occhi sono puntati anche a «Peer Milano», la reunion di chi sta alla sinistra del Pd (da Sel a pezzi di Rifondazione, Verdi, ma pure della SinistraDem) fissata proprio il prossimo weekend all'ex Ansaldo. Decideranno come posizionarsi dopo il passo indietro di Pisapia.

E il tavolo della coalizione è diventato più teso dopo il «caso Ismail» che ha riaperto il dibattito sulle moschee, e dopo l'alleanza di Verdi e Rifondazione col centrodestra in zona 8 per bocciare il progetto di restyling del Giardino dei Giusti, approvato dalla giunta. «Non è certo così che si costruisce l'unità del centrosinistra» ha avvisato Bussolati. Sel poi ha puntato il dito contro il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo.

In questo caos, si aggiunge la proposta di Giulio Cavalli (ex Sel) a vendoliani e compagni di rompere col Pd, «scaricare» Majorino e sostenere la candidatura a sindaco di Pippo Civati. «Giusto per rimanere all'opposizione, se raggiungiamo il quorum..» la replica velenosa del capogruppo Sel Mirko Mazzali.

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