Domenica mattina da City life parte la seconda edizione della Deejay ride, la 100 chilometri ciclistica organizzata da Radio Deejay che chiude le due settimane di eventi di Milano bike city, il primo vero «Fuorisalone della bicicletta». Una lunga festa che non poteva che essere organizzata a Milano, la più ciclistica delle metropoli italiane, e che ha messo in un «contenitore» oltre 150 eventi con l'appoggio di Comune e Regione, Atm, delle associazioni sportive e culturali. Un palinsesto ricchissimo con la bici sempre al centro e con tante chiavi di lettura: iniziative per i bambini, per le donne, mobilità, pedalate, mostre, workshop tecnici, libri, yoga, birra, imprese e sport.
La Deejay ride chiude le danze, e non è un caso: «E'la logica conclusione di un evento diffuso come Milano Bike city- spiega Linus, il direttore artistico di Radio Deejay che ha voluto questa gran fondo e che domenica sarà in gara- Lo scorso anno ne parlai con il sindaco Sala e nacque l'idea di dare un seguito alla granfondo coinvolgendo la città in una serie di eventi legati alla bici che sono nelle corde di questa amministrazione». Detto fatto. Milano Bike City ha spiegato in queste due settimane come può essere declinata (pedalando) la mobilità di una metropoli e la Deejay Ride è un po' la festa finale con oltre duemila ciclisti attesi che raddoppiano i numeri del debutto.
Si parte dal centro della città e lì si torna dopo un lungo giro nelle campagne del parco Sud che per molti sarà l'occasione per scoprire un territorio dove storia, cultura e tradizioni sono ancora conservate. «La Deejay ride è una granfondo ciclistica atipica- spiega Linus- una corsa non corsa dove c'è sì qualcuno che davanti andrà a tutta per fare la gara ma dove la maggiorparte dei ciclisti verrà per pedalare divertirsi magari con un gruppo di amici senza l'assillo del cronometro. Un po' come succede in tutte nelle grandi metropoli straniere che hanno una granfondo...». E il pensiero vola a Londra. Alla «Prudential London» che è ormai un evento che vale la New York city marathon, un campionato del mondo degli amatori, un'onda gioiosa di 40mila ciclisti che si muovono in un'organizzazione quasi militare in una città che per una mattinata si ferma ad applaudire. E la Deejay Ride nasce con quella filosofia lì. Che è poi quella che spinge tanti amatori a salire in sella per divertirsi, per star bene, per godersi una strada chiusa al traffico senza l'ansia dei camion che ti sfrecciano a fianco, che ti regala cinque ore di sport con gli amici per condividere chilometri e fatica. Perchè chilometri e fatica restano. Restano sempre. Harrods, Covent Garden le verdi campagne londinesi come il Vigorelli, l'Arena, le nobili ville sui Navigli tra Robecco e Cassinetta.
«Si l'idea è quella- spiega Linus- ed è la stessa che ha portato nella corsa a piedi la Deejay Ten in pochi anni a superare i 30mila iscritti. Anche se con il ciclismo è un po' più complicato perchè per iscriversi a queste gare ci sono ancora troppi vincoli e troppa burocrazia...».
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