All'ospedale San Carlo - dov'è arrivato poco prima delle 3,30 dell'altra notte sull'ambulanza che lo aveva soccorso in via Voghera, non lontano dalla stazione di Porta Genova -, lo hanno operato immediatamente. «Sembrava davvero molto grave - spiegano i paramedici che lo hanno soccorso - aveva perso parecchio sangue. Quel che faceva ben sperare però era il fatto che fosse rimasto sempre sveglio, non fosse svenuto. E che le ferite, le tre coltellate al fianco, erano lievi. Povero ragazzo...Piangeva a dirotto, era spaventato a morte, ma poteva andargli molto peggio».
Una brutta vicenda che poteva diventare drammatica. Nata da una lite stupida, come purtroppo ne accadono tante, troppe. E conclusasi con tre coltellate a un milanese sedicenne (compirà 17 anni tra qualche giorno), che ora resta ricoverato in prognosi riservata ma non morirà, mentre il suo aggressore, resta sconosciuto, in fuga. La zona è quella della movida, anche se via Fra Luca Pacioli, dov'è accaduto il fatto poco prima delle 3, è in realtà una piccola strada che unisce viale Papiniano a viale Coni Zugna, tra il Ticinese e la zona di Sant'Agostino. Secondo i carabinieri della compagnia «Porta Magenta» e del Nucleo radiomobile che sono intervenuti sul posto e ora indagano sull'accaduto, i «residui alcolici» che hanno determinato il tutto sono però senz'altro retaggio di una nottata durante la quale l'aggressore aveva alzato troppo il gomito in qualche locale tra i Navigli e la Darsena.
Gli investigatori dell'Arma dovranno basarsi sui filmati delle telecamere e sperare di trovare altri testimoni per poter individuare e bloccare il responsabile. L'unica persona che ha assistito all'assalto, infatti, è un sedicenne, amico della vittima e che al momento dell'aggressione era in sua compagnia, ma - forse perché pure lui ancora in preda al terrore - ha fornito una descrizione davvero molto generica dell'aggressore. Un giovane mai visto prima, più grande di qualche anno rispetto a lui e all'amico («tra i 21 e i 24 anni, ma forse anche di più, non sa dirlo» spiega un investigatore) un ragazzo alticcio, che avrebbe attaccato briga con un pretesto qualunque.
Una provocazione, a parole. «Il mio amico gli ha risposto per le rime - racconta il giovane testimone - e quando l'altro ha iniziato a spintonarlo, anche lui ha cercato di allontanarlo spingendolo a sua volta. Quindi si sono azzuffati cadendo a terra, in strada, insieme. Io me ne stavo lì a guardare ma mai avrei pensato che sarebbe spuntato un coltello, sembrava dovesse finire tutto da un momento all'altro...E poi all'improvviso ho visto la lama del coltellino che quell'uomo ha tirato fuori da una tasca, così, come se nulla fosse: mi si è gelato il sangue, ho capito che potevamo morire, mi sono bloccato lì, in strada, ho avuto paura».
Tre coltellate al fianco destro, la terza quella più profonda. Quindi l'aggressore si rialza e insulta i due sedicenni che nel frattempo cercano di allontanarsi e scappano verso il Ticinese percorrendo a piedi circa 700 metri, mentre uno trascina e sostiene l'altro che è ferito e perde sangue.
Raggiunta via Voghera, forse sicuri di essersi messi in salvo dall'ubriaco che nel frattempo non sembra averli inseguiti ma pare sparito dalla circolazione, chiamano l'ambulanza. Il sedicenne viene ricoverato in codice rosso, in condizioni gravi. Si salva dopo un'operazione d'urgenza perché la lama non ha intaccato punti vitali. È andata bene, stavolta.
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