ll Politecnico s’immerge a Filicudi

L’Alta Scuola Politecnica si è concentrata con il progetto TETI per favorire la fruizione del patrimonio sottomarino e migliorare la sua conservazione. Due team hanno sviluppato un modello integrato per i musei sottomarini a partire dal caso dell’Itinerario Archeologico Subacqueo di Capo Graziano nelle Eolie

ll Politecnico s’immerge a Filicudi

Cosa c’entrano fibre ottiche, web cam, microfoni subacquei con Filicudi e il Politecnico di Milano? Semplice il progetto TETI dell’Alta Scuola Politecnica (www.asp-poli.it) e l’Itinerario archeologico subacqueo di Capo Graziano. L’ASP è una Scuola di eccellenza per giovani talenti nei campi dell’Ingegneria, dell’Architettura e del Design che desiderano scommettere sul loro futuro, sviluppando le loro capacità interdisciplinari per fare innovazione. Obiettivi del progetto Integrated Technologies for the Sustainable Management of the Underwater Cultural Heritage favorire la fruizione del patrimonio sottomarino e migliorare la sua conservazione. I due team della scuola hanno sviluppato un modello integrato applicabile a qualsiasi museo sottomarino a partire dal caso-studio dell’Itinerario Archeologico Subacqueo di Capo Graziano a Filicudi. I fondali di Filicudi custodiscono, infatti, un autentico tesoro archeologico con nove navi di epoca greco-romana inabissate con i loro carichi nella secca di Capo Graziano, a circa 75 metri di profondità.

Il primo team si è concentrato sulla musealizzazione del sito e dei suoi reperti per favorire le visite dirette (accessibili solo ai sub con brevetto di secondo livello) ma anche offrire, a coloro che non hanno la possibilità di immergersi, l’esperienza della visita. L’utilizzo di tecnologie integrate è risultato l’approccio più idoneo per guidare i sub durante il percorso del Museo alla scoperta degli undici relitti e dei loro tesori. L’aspetto didattico è stato garantito da info-box posizionati in corrispondenza di ognuna delle tappe di visita e dotati di pannelli esplicativi e di cartellini galleggianti per segnalare i reperti di maggiore interesse. La sicurezza dei visitatori subacquei, è garantita da un sistema di idrofoni ovvero di microfoni subacquei che segnalano i due percorsi di visita previsti senza impatto sull’ambiente e sul contesto archeologico. Questi dispositivi, in particolare, sono in grado di inviare un apposito segnale acustico che permette al visitatore di capire se è fuori rotta. Il tracciato del percorso è inoltre segnalato da fibre ottiche dall’alto potenziale suggestivo.

Il secondo team si è focalizzato, invece, sulla conservazione del sito e dei reperti in esso custoditi, nel rispetto dell’area protetta. Sono state esaminate le migliori soluzioni di conservazione <CF251>in situ</CF> specifiche per il legno, la pietra e il metallo, che è risultato essere il più colpito dall’aggressività dei sali disciolti in acqua marina. Per sorvegliare il museo e garantire la sicurezza dei reperti sono stati posizionati degli idrofoni, in grado di rilevare la presenza di persone non autorizzate, grazie all’emissione di un allarme anti-intrusione alle autorità competenti.

Il museo subacqueo, apsetto non trascurabile, è completamente sostenibile dal

punto di vista energetico. È dotato, infatti, di pannelli fotovoltaici e di sistemi di sfruttamento del moto ondoso in grado di stoccare energia elettrica in un «corpo» flottante che richiede il minimo della manutenzione.

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