Majorino, l'auto e i nemici della «contentezza»

Majorino, l'auto e i nemici della «contentezza»

Pierfrancesco Majorino non gioisce per l'arrivo a Milano del Salone dell'auto. E si mostra preoccupato per l'impatto che potrà avere sul «verde cittadino» e sulla «sostenibilità ambientale» «tanto cara» al centrosinistra.

Il neo deputato europeo del Pd, si sa, è un orgoglioso e dignitoso prodotto del vivaio post-comunista, e lo slancio innovativo non è il suo forte. Per capirci, pochi giorni fa Beppe Sala, comprensibilmente, ha provato a dare una svegliata al partito e una rinfrescata al linguaggio della sua opposizione al governo. «Bisogna parlare di queste fregature - ha detto il sindaco - e bisogna farlo con le parole che usa Salvini». E lui, Pier, ha accettato volenteroso la sfida, ma il massimo che è riuscito a produrre, cimentandosi in questa impresa del parlar chiaro, è un ideologico e fumoso: «La progressività è un principio di sinistra».

Dunque, non c'era da aspettarsi grandi sprint: la sinistra «alla Majorino» resta quella delle parole d'ordine più stantie e delle crociate più obsolete, magari ammantate di qualche variante lessicale, meglio se english. Resta un velo di ostilità per il mondo dell'auto, e ora si capisce perché il presidente di Aci Milano, Geronimo La Russa, abbia pensato di mettere le mani avanti: «È un evento che non rappresenta gli inquinatori - ha spiegato - bensì un'industria, lo sport e una storia». Ma per la vecchia sinistra cosa sono la storia, lo sport di fronte a una posizione ideologica? E cosa sono i dati sull'inquinamento e le innovazioni tecnologiche dell'auto di fronte al riflesso vetero ambientalista che fa vedere in una sfilata di automobili (siano esse storiche, rallystiche o commerciali) un pericolo incombente per la sua «vocazione green»? D'altra parte, è la stessa sinistra che non voleva i grattacieli, salvo poi vantarsene.

Potrà almeno spiegarci, però, che sostanziale differenza c'è fra questa sua posizione e la assurda ostilità dei 5 Stelle torinesi (invero più naif) che al Salone hanno augurato perfino la grandine. Sono quei grillini che perfino Luigi Di Maio ha chiamato «nemici della contentezza».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica