Cronaca locale

"Manda il curriculum...". Così il dirigente Atm gestiva le assunzioni

Bellini aveva potere smisurato su più fronti. Piazzati figli di amici. Il Pm: "Preoccupante"

"Manda il curriculum...". Così il dirigente Atm gestiva le assunzioni

Un potere smisurato, completamente sproporzionato alla sua qualifica formale: Paolo Bellini, il dirigente Atm arrestato martedì mattina per corruzione dalla Guardia di finanza, nell'azienda dei trasporti faceva il bello e il cattivo tempo su numerosi fronti, nonostante le sue tresche fossero pressoché di pubblico dominio. Dalla lettura dell'ordinanza di custodia chiesta e ottenuta dal pm Giovanni Polizzi, si scopre che Bellini riusciva a gestire come cose sua persino le assunzioni, piazzando in azienda con concorsi fasulli uomini legata a lui a doppio filo.

É il caso di Giuseppe Vitale, figlio del socio occulto di Bellini, Sergio Vitale. Il 17 settembre 2018 Bellini lo chiama, «tu manda avanti subito il curriculum come l'altra volta, uguale identico... io mi muovo subito perché poi do disposizioni all'interno di chiamarti». L'indomani tranquillizza il padre: «Dunque deve fare il colloquio, poi viene qua a far la prova del cazzo, solita prova del cazzo che conosci e poi dopo va a far la visita». E tre giorni dopo: «Ho già parlato con chi di dovere, è soltanto una questione di tempo e Giuseppe lo sistemiamo». Detto fatto: Vitale viene convocato per una selezione il 19 ottobre, a presiedere la commissione c'è proprio il suo amico Bellini che tre giorni prima lo ha incontrato per istruirlo a dovere. «Tu memorizzati tutte queste cose qua così esci brillante, la commissione vede che sei brillante e che non stiamo facendo un errore di assunzione... poi è chiaro che decide il sottoscritto! Però è anche buono fare buona figura! ». Il colloquio con la commissione viene intercettato indiretta, Vitale fa ovviamente un ottima figura e viene assunto. E Bellini lo preavvisa su come verrà accolto dai colleghi: «Ti riempiranno di domande di ogni genere, di curiosità... tu non sai un cazzo, i contatti con Bellini non li ho mai avuti.. l'ambiente è pettegolo».

Stesso trattamento per un altro giovanotto della scuderia, tale Emanuele Monorchio. Che prima riceve le istruzioni per il curriculum, «ho visto che hai scritto poco di segnalamento, pompalo un pochino di più». Bellini lo invita a indicare lavori mai fatti, «poi se serve una testimonianza ti trovo chi testimonia che hai lavorato». Poco dopo gli spiega per filo e per segno come quali domande gli verranno fatte, «ti darò una maquette con su diversi componenti elettronici dove mi devi riconoscere questo è un relè.. devi imparare a memoria le risposte... la due la lasci in bianco perché voglio che esci con un punteggio maggioritario ma non con il massimo... fallo con calma, fai vedere che pensi perché sarai con altre quattro persone, quindi non dobbiamo dare adito che tu sai già farlo... questo foglio te lo mastichi, lo butti via, ok»?».

Monorchio viene assunto nonostante gli altri tre candidati - come ammette candidamente Bellini - «vengono veramente da esperienze di segnalamento».

Commenta amaro il giudice nell'ordinanza di custodia: «Appare estremamente preoccupante che a un soggetto privo all'evidenza delle conoscenze tecniche necessarie vengano attribuite mansioni in materia di segnalamento dei treni della metropolitana».

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