Mario Mantovani ieri ha parlato davanti ai giudici della Quarta sezione, con dichiarazioni spontanee e rispondendo al pm Giovanni Polizzi. L'ex vicepresidente della Regione, arrestato nel 2015, è a processo per corruzione, concussione e turbativa d'asta. La prima dichiarazione sull'inchiesta della Procura di Monza che ha coinvolto oltre al sindaco di Seregno anche Mantovani: «Il mio nome è stato ingiustamente accostato alla 'ndrangheta. Ma il 26 marzo il gip di Monza ha disposto la mia archiviazione per notizia di reato infondata». L'ex senatore Pdl parla poi di «castello di carte», di «errori: ben 30» nell'inchiesta milanese a proposito delle sue cariche societarie e del conflitto di interessi che gli viene contestato. «Vengo descritto - dice - come uno che viola la legge con indifferenza. Invece sono sempre stato rispettoso della legge».
Poi le presunte pressioni per evitare che l'ingegnere del Provveditorato opere pubbliche per Lombardia e Liguria Angelo Bianchi venisse demansionato. «Avevo a cuore l'edilizia scolastica e avevo paura che le opere in corso si bloccassero. Pressioni? Solo buona politica».CBas
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