Cronaca locale

Il Manzoni festeggia un anno in scena tra classici e cabaret

Il Manzoni festeggia un anno in scena tra classici e cabaret

Il teatro, la musica, il cabaret, il movimento. Ma anche gli apertivi in concerto di cui il Manzoni va fiero da anni. Una stagione, più stagioni. Nato nel 1873, il Teatro Manzoni diretto dai signori Luigi Foscale e ora dalla signora Valda Foscale, è per i milanesi un punto di riferimento. Con , «La rivoluzione parte dal tuo ufficio» con la regia di Kristjan Ingimarsson & Simon K.Boberg, il teatro ha proseguito con un bello spettacolo di prosa che durerà fino al 31 dicembre di Vincenzo Salemme, con Nicola Acunzo, Domenico Aria, Franco Cortese, Floriana De Martino, Antonio Guerriero, Raffaella Nocerino e Giovanni Ribò. E per il 2014 si prepara a presentare dal 9 gennaio al 26 gennaio di Vitaliano Brancati (Bella Prima, Bell'Antonio, una bella serata ti aspetta con Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti con la regia di Giancarlo Sepe. Cosa si può desiderare di più? Questo riguarda la prosa. Perché dal 2 al 6 gennaio è il titolo di un sofisticato incantesimo teatrale tra danza e teatro. , scriveva Leopardi che se avesse visto il Teatro Nero di Praga avrebbe compreso che certe illusioni non sono per nulla vane. La coreografia è di Eva Esterova. Ma facciamo un breve bilancio di questo anno che dopo «La scena» con la Finocchiaro, solo per citarne alcuni, possiamo dire con estrema lealtà che ancora una volta il grande teatro di De Filippo ha trionfato.
«Io tengo n'a boatta» è uno dei tormentoni più famosi del teatro di Eduardo. Fa parte della commedia «Uomo e galantuomo» andata in scena a novembre, è stato il fiore all'occhiello del teatro Manzoni di questo anno. Rivisitazione farsesca sulle contraddizioni tra l'essere e l'apparire e sui problemi di sopravvivenza fra diverse realtà sociali, «Uomo e galantuomo», tocca attraverso battute fulminanti ed episodi esilaranti il tema del falso perbenismo, della miseria e del modo di arrangiarsi, un'arte di cui «un vero napoletano va fiero».
Nato nel 1900 e morto nel 1984, Eduardo De Filippo, è stato uno degli attori e commediografi italiani più amati da ogni ceto sociale. Figlio d'arte (Edoardo Scarpetta), fratello di Peppino e di Titina con i quali dal 1920 fino al secondo dopoguerra mise in scena una compagnia, la celebre compagnia De Filippo, a partitre dagli anni Quaranta e fino alla fine De Filippo mise in scena un Pulcinella moderno, ingenuo e furbo, maltrattato e sbeffeggiato, ma ancora in grado di rivalersi delle proprie sconfitte con il riso, il sogno, la propria amara saggezza. La sua opera viene oggi riproposta dal figlio Luca, da attori di classica scuola napoletana come Carlo Giuffrè e ora appunto da Gianfelice Imparato.
Con «Uomo e galantuomo», il Teatro Manzoni compie insomma un'opera di intelligente rivisitazione all'insegna della tradizione e si segnala come uno spazio di grande fermento artistico. Fra le proposte che vale la pena segnalare ci sono infatti i 14 appuntamenti domenicali del «Manzoni derby cabaret», rassegna dedicata alla comicità giovane, con la formula del «dinner & show»; l'omaggio a Ciaikowski, in scena martedì 5 novembre con la Compagnia del balletto Classico Liliana Cosi e Marinel Stefanescu; la 29° stagione de «Gli aperitivi in concerto», undici appuntamenti che hanno visto alternarsi la regina del soul Gray-Murray, il cantante e poeta Amiri Baraka, il free jazz di William Parker. Per il prossimo anno le sorprese continueranno anche in questo senso.

E intanto sul Palco, fino a San Silvestro compreso, c'è l'altro napoletano: Vincenzo Salemme con il suo «Diavolo custode».

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