Maratona sotto le 2 ore, impresa fallita per 25''

Il keniano Kipchoge vola come mai nessuno prima e sfiora l'appuntamento con la storia

Matteo Basile

È stata un'impresa ma l'impresa vera, quella di correre una maratona sotto la fatidica soglia delle due ore, è stata solo sfiorata. Eliud Kipchoge, 32enne keniano, l'impresa l'ha comunque portata a termine perché ha corso i 42 km e 195 metri in 2 ore e 25 secondi, spostando di parecchio in avanti la soglia del limite umano. Un tempo che lascia tutti a bocca aperta, la più veloce maratona della storia che non è classificabile come record del mondo soltanto per una serie di parametri non rispettati nei regolamenti della federazione atletica ma quella corsa a Monza è comunque qualcosa di straordinario. Il keniano ha volato, se si pensa che il miglior crono al mondo fatto segnare dal connazionale Dennis Kimetto a Berlino nel 2014 è stato di 2 minuti e 32 secondi peggiore. E nell'atletica, in una corsa come la maratona, 2 minuti e 32 secondi rappresentano un'enormità.

Un'impresa, dunque, quella andata in scena ieri mattina all'alba sul circuito dell'Autodromo Nazionale di Monza. Ma niente appuntamento con la storia. Correre la maratona al di sotto delle due ore è infatti considerato, o meglio, lo era, quasi impossibile, tanto che le principali aziende di abbigliamento sportivo internazionali da tempo stanno investendo fior di milioni alla ricerca di nuove tecnologie in grado di permettere a qualche super atleta di portare a termine la missione. A sponsorizzare la kermesse è stato infatti il colosso americano «Nike» che avrebbe garantito al keniota un premio da un milione di euro in caso in caso di successo. Una sfida sportiva, certo, ma anche di immagine e di marketing che andrà avanti fin quando il muro delle due ore non verrà abbattuto.

La gara è stata appositamente un po' anomala. Pochissime centinaia di testimoni oculari (tra i quali Carl Lewis e Paula Radcliffe), appassionati collegati in streaming da tutto il mondo e Monza come un laboratorio. A tirare la corsa si sono alternate 14 «lepri», atleti che si davano cambi regolari con turni di riposo a bordo pista per facilitare il compito del campione olimpico di Rio 2016 che aveva ai piedi uno speciale paio di calzature studiate per l'occasione dallo sponsor, con piastra di carbonio a cucchiaio per irrigidire il movimento e 21 millimetri di rialzo in punta.

L'appuntamento con la storia è soltanto rinviato.

È questione di tempo. «Ho dato tutto quello che avevo - ha detto Kipchoge sul traguardo - Mi spiace di aver fallito per soli 25 secondi ma ora so quanto valgo. Sarà per la prossima volta, con allenamento adeguato ora so che si può fare».

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