Marcia dell'accoglienza Sala cambia idea: «Sfilerò con la fascia»

Dietrofront sul corteo a favore dei migranti Il sindaco andrà con il simbolo del Comune

Marta Bravi

«Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce » si chiedeva Michele - Nanni Moretti in Ecce Bombo. Mi si nota di più se metto la fascia o se non la metto? Dietrofront del sindaco Beppe Sala a proposito della sua partecipazione alla marcia di sabato «Insieme senza muri». Così se giovedì ai microfoni di Radio Popolare Sala aveva annunciato la sua partecipazione alla marcia senza fascia - «non è una manifestazione del Comune, voglio partecipare da cittadino e sentirmi libero» - ieri ha annunciato di aver cambiato idea. «Ho sentito oggi alcuni sindaci che, oltre a dichiarare la loro partecipazione, metteranno la fascia. Mi ero espresso con la volontà di essere più libero e flessibile durante la marcia, ma sentiti loro, metterò la fascia anch'io» ha spiegato a margine della presentazione del libro di Raffaele Cantone La mafia spuzza (Rizzoli). «Il sindaco di Milano con i sindaci di tutte le altre città marceranno con la fascia - il comunicato degli organizzatori che arriva a stretto giro di posta - a dimostrare e ribadire che molte città vogliono accogliere e continueranno a farlo».

Giovedì, durante il dibattito in consiglio comunale in cui il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi aveva chiesto il ritiro del patrocinio del Comune alla marcia, dopo appunto gli annunci della presenza di bandiere di partito, il comitato promotore aveva lanciato l'appello a «partecipare senza bandiere». Così se ieri Palazzo Marino ribadiva il carattere civico della manifestazione, lanciata dall'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino (Pd) sul modello di Barcellona, ieri il sindaco ha (in parte) cambiato le carte in tavola. A essere confusi anche i partititi con il Pd che voleva sfilare senza bandiere, mentre Francesco Laforgia (Articolo 1 - Mdp) ritirava la provocazione lanciata il giorno prima, annunciando la rinuncia a portare vessilli.

«Al di là della fascia che per me è un simbolo, sono convinto che la manifestazione è un'operazione che ha senso fare adesso perché ribadisce la volontà di una città di essere aperta che vuole far rispettare le regole ma sui diritti non fa passi indietro», riferimento voluto al blitz in Centrale del 2 maggio.

Smaschera le ipocrisie dell'amministrazione Stefano Parisi, consigliere comunale e leader di Energie per l'Italia: «La marcia non ha nulla a che vedere con i diritti dei migranti: Milano non è razzista e non ha bisogno di marce. È una iniziativa politica costruita per strappare un po' di visibilità da parte di qualche assessore. Tutta retorica. Ed è scandaloso il balletto del Sindaco: non metto la fascia, anzi la metto».

«Mentre i milanesi subiscono quotidianamente i danni di un'immigrazione senza freni - commenta Silvia Sardone, consigliere comunale di Fi - il pensiero prioritario di Sala è se mettere o no la fascia al corteo. Se non fosse realtà ci sarebbe da ridere o meglio da piangere».

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