Marinoni dà la voce a García Márquez: «Folle e determinato»

L'attrice rilegge «L'amore ai tempi del colera» Un monologo con parti musicali caraibiche

Antonio Bozzo

«Scelta ardita e appassionata. Il romanzo di Gabriel García Márquez l'ho letto in Brasile, tre anni fa. Per questo nello spettacolo, oltre a musiche caraibiche, c'è anche qualche atmosfera carioca». Laura Marinoni parla di «L'amore ai tempi del colera», in scena oggi e domani sera nella stagione estiva del Franco Parenti, quest'anno resa più attrattiva dall'apertura della nuova piscina Caimi, contigua al teatro, ribattezzata Bagni Misteriosi. «Il mio- continua Marinoni, 55 anni, attrice e cantante milanese- è un monologo con parti musicali. Nulla di quel che recito è riscrittura: le parole, estratte dal romanzo, sono quelle di Márquez». Meno male. Sarebbe stato un delitto tradire il premio Nobel (lo scrittore colombiano, morto nel 2014 a 87 anni, lo vinse nel 1982), «Come fece il film con Javier Bardem e Giovanna Mezzogiorno». Laura Marinoni dà voce a Florentino Ariza, Fermina Daza, Juvenal Urbino, la zia Escolástica e altri personaggi che animano il romanzo. La storia, a grandi linee, la sappiamo tutti: Florentino resta folgorato, da ragazzo, dalla bellezza di Fermina, ma la vita li divide. L'amore di Florentino non si spegnerà mai: avrà compimento su un battello fluviale dopo «53 anni, 7 mesi e 11 giorni», come descrisse Márquez quel tempo lunghissimo, e disperante. «Il romanzo l'ho letto una seconda volta, dopo che in Brasile mi fece rinunciare a panorami ed escursioni: non vedevo l'ora di tornare in albergo per divorarne le pagine. Márquez descrive la forza dell'amore e la determinazione del folle: contro ogni ragione sa che il suo sogno si realizzerà. Mi sono identificata nella vicenda di Florentino e Fermina. Una storia da realismo magico, non vera, ma tutta da vivere». Marinoni sta lavorando sempre più intensamente sulla voce e sul canto. «Credo che l'80 per cento della recitazione sia la voce. Non mente mai. Per esempio, mi accorgo da un monosillabo, da un' esitazione, se mio figlio mi sta dicendo bigie». Lo spettacolo, che ci auguriamo torni la prossima stagione nel teatro di Andrée Ruth Shammah («questa è una prima milanese, siamo stati in tournèe italiana con una decina di repliche, ma le due serate al Parenti sono fondamentali»), è quasi tutto accompagnato da musica, eseguita da Alessandro Nidi (pianoforte) e Marco Caronna (chitarra e percussioni). La parte del leone è dei ritmi caraibici. «Ma non ci fermiamo lì- puntualizza Marinoni- Pratichiamo musiche che si legano alla storia. Esempio, Juvenil, il marito di Fermina, vive per qualche anno a Parigi, e noi lo sottolineiamo in musica. Ci sono incursioni jazz, soul, flamenco». Uno spettacolo festoso, che saprà trasmettere la passione per le pagine di uno degli scrittori più amati del Novecento.

«A me piace anche il suo ultimo romanzo, "Memoria delle mie puttane tristi", testamento di un grande autore». Dopo lo spettacolo - dalle 22 alle 24, con 10 euro - si può fare un bagno nell'ex Caimi: un tuffo ai tempi della calura...

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