"Renzi boccia il made in Lombardia e lascia via libera ai prodotti cinesi"

Maroni accusa Palazzo Chigi di danneggiare le nostre merci

"Renzi boccia il made in Lombardia e lascia via libera ai prodotti cinesi"

«Renzi vuole il Made in China, ma non il Made in Lombardy». L'ha detto il presidente della commissione regionale per le Attività produttive, Angelo Ciocca e gli ha fatto eco il presidente della Regione, Roberto Maroni: «Faremo ricorso a questa impugnativa incomprensibile». L'impugnativa è quella del governo davanti alla Corte Costituzionale sul provvedimento per la competitività regionale «Impresa Lombardia» con cui, tra l'altro (introduzione di una moneta complementare e semplificazione burocratica), si istituiva anche il marchio «Made in Lombardy»: una certificazione della provenienza del prodotto specifica per la Regione Lombardia.

Impugnando questa legge, approvata lo scorso 11 febbraio in Consiglio regionale all'unanimità (quindi anche con il voto favorevole del Pd), Palazzo Chigi «danneggia le imprese della nostra Regione», ha commentato Maroni.

La nota inviata dal governo alla Consulta giustificava la decisione in quanto gli interventi contenuti nella normativa produrrebbero «effetti restrittivi sulla libera circolazione delle merci garantita dall'ordinamento europeo, in violazione degli obblighi comunitari previsti dall'articolo 117 della Costituzione». La risposta di Maroni conferma quanto già annunciato due giorni fa sulla volontà di fare ricorso, visto che la legge regionale «rappresenta un valido sostegno al mondo delle imprese, oltre ad aiutare il Made in Italy attraverso il Made in Lombardy e ad introdurre la sperimentazione di una moneta complementare come già avviene in altre regioni del Paese. Non si capisce quindi perché altrove certe cose vanno bene e da noi no».

E si chiede se non si tratti di una ritorsione contro le eccellenze della Lombardia, ma «spero di no: noi comunque questa legge la applicheremo e la attueremo in ogni caso».

È braccio di ferro quindi tra Regione e governo, e intanto gli effetti dell'impugnativa, secondo Ciocca, «saranno fortemente penalizzanti per tutta l'imprenditoria lombarda», perché si impedirà alla normativa regionale «di regolamentare temi verso i quali la legge è stata pensata e approvata».

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