Maroni attacca «Non daremo le caserme ai clandestini»

«Ovviamente siamo in affanno: chi non lo sarebbe quando arrivano 6mila persone in pochi giorni come è accaduto la settimana scorsa? Ma ci stiamo attrezzando per rispondere all'emergenza: abbiamo sollecitato i prefetti che, insieme agli enti locali, stanno recuperando altre strutture per l'ospitalità e la Difesa ci ha messo a disposizione quattordici caserme dismesse, una per regione, da riadattare per l'accoglienza». Questo il punto della situazione fatto ieri dal sottosegretario all'Interno con delega all'Immigrazione Domenico Manzione. Ma la ricetta del governo Renzi non passa via così liscia. Soprattutto in Lombardia dove il governatore Roberto Maroni non è per nulla disposto a cedere. «Non spenderò mai i soldi dei lombardi per accogliere e mantenere i clandestini», aveva già detto domenica al congresso della Lega a Padova. «Mi hanno criticato per questo, perché nell'aggiornamento di bilancio ci sarebbero i soldi. Sono 30 milioni di euro, ma servono a finanziare il referendum per la Lombardia regione a statuto speciale. E lì rimarranno». Ieri un nuovo attacco. Perché, secondo Maroni, quella degli sbarchi di immigrati è «ormai diventata una situazione caotica che non è gestita». Per questo la decisione di «lanciare l'allarme: il governo deve darsi una mossa, mettendo in campo risorse e strutture, cosa che purtroppo a oggi non sta facendo». Perché di fatto «sta chiudendo gli occhi», ma il grave è che «chiede l'aiuto dell'Europa e scarica il problema sui prefetti e sui sindaci».


Da Palazzo Marino, invece, il consigliere leghista Massimiliano Bastoni chiede che prima di approvare un eventuale progetto di moschea «si sentano preventivamente i cittadini milanesi tramite un referendum consultivo».

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