Martina plagiata dal broker: «Per lui ho tentato il suicidio»

Il racconto choc fatto dalla studentessa agli psichiatri di San Vittore Secondo i medici la ragazza «vive uno stato di coartazione emotiva»

Martina plagiata dal broker: «Per lui ho tentato il suicidio»

Regge bene il carcere, non è a rischio suicidio, può restare in una cella comune insieme alle altre detenute. É pienamente consapevole della gravità di quello che ha fatto. Ma è una ragazza psichicamente fragile, con un passato recente segnato da episodi drammatici: una violenza sessuale, un tentativo di stupro, un tentato suicidio. Dal rapporto degli psichiatri di San Vittore emerge un ritratto di Martina Levato - la bocconiana che domenica sera ha lanciato l'acido muriatico in faccia ad un suo vecchio compagno di liceo - che illumina in modo contradditorio la personalità della ragazza. É un ritratto che peserà sul processo che attende il prossimo 8 gennaio Martina e il suo fidanzato, il tedesco - sedicente broker di Borsa - Alex Boettcher, perché rende ancora più chiaro quanto già si intuiva: Martina è profondamente succube di Alex. Per questo ha tentato di togliersi la vita, pochi mesi fa. E per questo il 30 dicembre, durante l'udienza di convalida, ha cercato di prendere ogni colpa su di sè, pronta ad autodistruggersi per salvare il suo compagno.

«La critica e il giudizio di realtà sono integri anche rispetto al gesto eterolesivo commesso», scrivono i medici del carcere. E aggiungono che «non si evidenziano stati psicotici floridi». Ma aggiungono che il «tono di voce e l'atteggiamento depongono per uno stato di coartazione emotiva». Sono i suoi sentimenti, insomma, ad essere fuori controllo, e ad avere preso il sopravvento sull'equilibrio della studentessa in marketing.

Lei, Martina, ne è consapevole. Ai medici ha spiegato di sentirsi da tempo «psichicamente fragile» e di essere stata «ossessionata dalle continue intrusioni nella sua vita privata da parte di un ex compagno di liceo». Si riferisce a Pietro Barbini, il ragazzo che ha sfregiato con l'acido rovinandolo per sempre: e che ha avuto la colpa di cercare di metterla in guardia dai pericoli che correva frequentando Boettcher. I messaggi con cui Barbini dall'America provava ad aiutarla diventano, nel racconto di Martina, una ossesione, una intrusione da punire.

Ma la reazione folle è, nel suo stesso racconto, il punto d'approdo di un percorso già segnato da difficoltà pesanti. Nel racconto di Martina si inanellano due episodi di violenza sessuale, uno tentato, uno riuscito: verosimilmente, uno dei due è quello che poi le si è ritorto contro, con la denuncia per lesioni presentata contro di lei. Martina sostiene di essere stata seguita dopo lo stupro dal centro antiviolenze della Mangiagalli, e di avere interrotto le cure dopo alcuni colloqui perché la terapeuta era stata sostituita: e anche questo è un dettaglio che parla di un equilibrio assai malfermo. Nella sua fedina penale, quell'episodio è rimasto segnato come un reato commesso da lei. Ma la bocconiana lo ha vissuto all'opposto, lei si è sentita la vittima, e come tale è rimasto impresso nella sua psiche.

Ed impresso in profondità è anche l'altro episodio che racconta ai medici, il tentativo di togliersi la vita. É un episodio che Martina colloca nella scorsa estate, e che mette in relazione a due fattori altrettanto pesanti. Il primo, la dieta che stava seguendo ingollando farmaci comprati su Internet; il secondo, la depressione che la attanagliava per il distacco forzato, a causa delle vacanze, da Alex. In quelle settimane Boettcher era via, con la sua famiglia «ufficiale». Martina non regge, ingolla gli psicofarmaci della nonna. Finisce al pronto soccorso, rifiuta le cure, firma e se ne va promettendo di rivolgersi a uno psicologo.

Invece torna a Milano, e torna da lui, Alex, il biondone tedesco da capelli scarmigliati e dalla vita sopra le righe a cui si è avvinghiata con tutta la

disperazione di cui è capace. Dall'America le arrivano i messaggi di Pietro, il ragazzo dei filarini sui banchi del Parini, che cerca per affetto di riportarla alla realtà. Ma ormai la realtà e Martina hanno preso strade diverse.

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