Cronaca locale

«Martina resti in cella» Timori di ritorsione sull'amica-testimone

Il Riesame deciderà entro 5 giorni se concedere alla bocconiana qualche giorno a casa dopo il parto

Il pm Marcello Musso ieri mattina, davanti al Tribunale del Riesame, si è opposto alla richiesta della difesa di Martina Levato, che non era presente in aula, di ottenere gli arresti domiciliari per poter partorire e svezzare il figlio che aspetta dal compagno Alexander Boettcher. Entrambi sono stati condannati a 14 anni di carcere per aver sfregiato l'ex filarino di lei, Pietro Barbini e a settembre si riprenderà il processo per altre tre aggressioni messe a segno dalla coppia con l'aiuto del complice Andrea Magnani che sostiene di essere stato una marionetta nelle mani della coppia Boettcher-Levato, ma che il gip Giuseppe Gennari definisce «un soggetto dalla pericolosità superiore ai due».

Le vittime della ben nota coppia diabolica e del loro complice, quindi, sono tutti ragazzi che si sono interessati a Martina e che andavano «puniti» per «purificare» la relazione tra lei e il broker 30enne proprio in vista della nascita del loro bambino. Il termine previsto per il parto è il 17 agosto e i difensori della ragazza, Daniele Barelli e Stefano De Cesare hanno chiesto per lei la possibilità di trascorrere ai domiciliari i primi momenti di vita del figlio.

«Si tratta di semplice buon senso e umanità – ha detto l'avvocato De Cesare, ieri in udienza –. In molti altri casi, come quello della Franzoni, questa strada è stata percorsa. Speriamo che venga fatto lo stesso anche per Martina». Il ricorso al Riesame, però, si è reso necessario proprio perché il gip aveva già respinto questa opzione. Nel corso dell'udienza di ieri mattina anche il pm Marcello Musso si è opposto a questa soluzione, sottolineando che se la Levato dovesse uscire dal carcere, anche solo per qualche mese, ci sarebbe un concreto rischio di inquinamento delle prove a favore di Boettcher. Tra i due, infatti, per l'accusa ci sarebbe un rapporto simile a quello tra il capo di una famiglia mafiosa e i suoi gregari, disposti a tutto, come Martina, pur di soddisfarne o addirittura anticiparne le richieste. Il pm ha anche ricordato in aula diversi passaggi della testimonianza di un'amica di Martina, che aveva raccontato dettagli importanti sulla relazione tra la bocconiana e il broker. Adesso la ragazza teme una ritorsione da parte della «coppia dell'acido».

Il tribunale del Riesame ha 5 giorni di tempo per decidere e il verdetto arriverà nei prossimi giorni. Sarà invece il tribunale dei Minori ad occuparsi della sorte del bambino che Martina ha in grembo e che dovrebbe nascere tra qualche giorno. Tre le possibili soluzioni: lasciare il piccolo alla madre, ponendo madre e figlio in una struttura a custodia attenuata, alternativa al carcere, come l'Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri con prole fino a tre/sei anni, ndr) di Milano, affidarlo ai nonni oppure avviare la pratica dell'adozione e affidarlo a un'altra famiglia. Questioni sulle quali il Tribunale dei Minori si pronuncerà solo dopo la nascita del bambino.

Il bambino in procinto di nascere dalla coppia Alex Boettcher e Martina Levato, i due amanti accusati di almeno tre aggressioni a base di acido muriatico e condannati a quattordici anni di carcere ciascuno «va affidato ad una famiglia esterna al loro nucleo familiare». Lo ha detto ieri all'Adnkronos Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta.

«Secondo me - ha sottolinea to la Parsi - il bambino dovrebbe essere dato in adozione a genitori pieni di amore, magari con altri bambini che gli possano offrire una possibilità completamente nuova perché questo bimobo parte con una impronta di svantaggio dovuto alla madre che ha avuto».

Commenti