Ragazzi. Spesso ancora tanto, troppo bambini. Sicuramente imbarcati dai genitori per spingerli a trovare un futuro migliore in Europa, ma comunque completamente soli. Con tutte le loro necessità, i problemi e, perché no, le peculiarità e le anomalie che caratterizzano ciascuno di noi rendendoci unici. Mentre nel nostro Paese diminuisce il flusso migratorio via mare dall'Africa (meno 80%) nei primi nove mesi del 2018 restano significative le presenze di minori non accompagnati tra gli sbarcati che rispetto al 2016 rappresentano in Lombardia addirittura il 73.5% in più. A dirlo è lo studio dell'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multi etnicità (Orim) di "Polis Lombardia" che segnala come bambini e ragazzi non accompagnati e senza documenti rappresentino il 15% del totale, esattamente 3mila254minori che da gennaio al primo ottobre sono arrivati in Lombardia raggiungendo, con quelli che erano già qui, quota 9mila782: appena quattro anni fa, nel 2014, erano poco più di 2mila500. "Un dato preoccupante. Non hanno generalità, non hanno un'età precisa: l'accertamento dell'effettiva età cronologica con la radiografia della mano e del polso non viene effettuato per tutti, ma com'è giusto, ma quasi esclusivamente per ragioni di carattere giuridico. Quest'anno 3mila343 di questi adolescenti non accompagnati hanno presentato domanda d'asilo, pari al 7.6 per cento delle domande totali. Richieste che secondo l'Osservatorio per quasi due terzi hanno come esito un diniego. E allora dove vanno a finire questi ragazzi? Chi ne approfitta? Come possiamo mantenerli e seguirli adeguatamente fino alla maggiore età in maniera ragionevole e dignitosa in una situazione d'insicurezza politica e sociale come quella che sta vivendo il nostro Paese in questo preciso momento? Stiamo attraversando una fase storica in cui i nostri ragazzi italiani, magari con due lauree, sono costretti a cercare lavoro all'estero per mancanza di opportunità e quindi a cambiare completamente la loro vita: E non sempre in meglio".
Dati alla mano e tanta concretezza l'assessore alla Sicurezza della Regione, Riccardo De Corato, fa un'analisi lucida e allarmante della situazione dei minori stranieri non accompagnati presenti in Lombardia. Dagli approfondimenti dell'Orim emerge infatti che circa il 50 per cento dei migranti lombardi sono preoccupati da «incertezza e precarietà». Esattamente come gli adulti e soprattutto i ragazzi nati e cresciuti in Italia. In quest'ottica una riflessione è d'obbligo.
«La nostra regione ha il più alto numero di immigrati d'Italia, tra regolari e non sono circa 450mila, senza contare il sommerso - prosegue De Corato -. Naturalmente sul fronte dell'accoglienza Milano e la Lombardia fanno la parte del leone anche se a caro prezzo visto quello che viene speso, ma spesso nelle strutture c'è troppa promiscuità per quelli che, per molti versi, sono ancora dei bambini, non dimentichiamolo».
«Non prendiamoci in giro ! - sbotta l'assessore regionale alla Sicurezza con la franchezza che gli è solita - La stragrande maggioranza di questi ragazzi, tantissimi ganesi e gambiani, o trovano un lavoro in nero oppure finiscono per delinquere, magari spacciando in luoghi come la stazione Centrale».
Un altro dato molto curioso che emerge dall'analisi dell'Orim mette in evidenza che «solo» il 39 per cento dei migranti che vivono in Lombardia è di religione musulmana (in forte calo rispetto al 2017, quando si attestavano a quota 55 per cento), mentre aumentano i cristiani ortodossi che sono il 18 per cento: nel 2010 erano il 9 per cento, la metà.
«Un
dato chiaro - conclude De Corato - che indica come sia in aumento l'immigrazione dall'Est Europa, quindi l'arrivo di ucraini, moldavi, romeni, georgiani...Mi spiace sottolinearlo ma purtroppo non si tratta solo di badanti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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