Incontri ravvicinati del terzo tipo. Un verme, pardon un bruco, nel passato di verdura. Protagonista del terrificante vis à vis una mamma della Commissione Mensa che stava pranzando con i bambini dell'elementare Thouar Gonzaga di via Vigevano, in zona Navigli. La foto dell'orrore giovedì fa il giro dei genitori che in serata rivolgono proteste indignate a Milano Ristorazione, l'azienda del Comune che fornisce i pasti in tutte le scuole ovvero nidi, materne e primarie. Il report della Commissione mensa, ovvero il gruppo di genitori, insegnanti e rappresentanze cittadine che assaggiano i pranzi serviti ogni giorno nei refettori scolastici, recita: «Ritrovamento di un corpo estraneo nella minestra (lungo verme), piatto totalmente rifiutato dai bambini. Così come le zucchine. Parzialmente rifiutata la caciotta. Il programma delle ispezioni deve essere organizzatissimo e accurato».
Controindicazioni del biologico, che tanto è stato spinto dalle famiglie milanesi, viene da dire. «L'origine naturale degli ingredienti può comportare l'aumento di tale evenienza - spiega la società -. Nostro compito controllare affinché tale possibilità sia sempre più prossima allo zero. Sia il farro di origine biologica, che la minestra di produzione a lotta integrata, hanno per loro natura una spiccata vulnerabilità rispetto alla presenza di infestanti, grazie al rigoroso disciplinare che riguarda l'impiego di prodotti chimici in campo. L'intercettazione degli insetti, causa colore simile o occultamento all'interno dei vegetali stessi è, dunque, soggetta alla difficoltà intrinseca del prodotto». L'azienda minimizza, sottolineando come il bruco sia stato trovato solo dalla sfortunata mamma: «Nella stessa giornata sono stati distribuiti nell'area 20.000 minestre, nessun'altra segnalazione è pervenuta agli uffici competenti».
Certo non è la prima vota che accade: lo scorso anno era stato trovato un coleottero nel piatto di verdure, mentre solo un mese fa, caso ben più grave, sono stati serviti budini con la muffa. «I 7 budini - spiegava Milano Ristorazione - facevano parte di un lotto di 84.078 pezzi, di cui 21.000 pezzi somministrati nella stessa giornata. La procedura, già attivata, prevede segnalazione e contestazione al produttore. Ma la Commissioni il 7 novembre, appunto, ha scritto una lettera aperta a Palazzo Marino per denunciare anche «che molto spesso la frutta servita nelle mense, che da contratto dovrebbe essere 100% bio, non lo è». Per questo i rappresentati hanno chiesto a palazzo Marino di «intensificare i controlli sul gestore e imporre le dovute azioni correttive». Qualche anno fa, nel 2010 per l'esattezza avevano fatto scandalo le cosiddette «lasagne pelose», ovvero il ritrovamento di un pezzo di cotenna bovina nelle lasagne servite in mensa. Scandalo superato dalle richieste dei bambini, che nel 77 per cento dei casi, avevano risposto sì al referendum sulle lasagne.
Ora cosa succederà al bruco affogato nella minestra? «Il corpo estraneo, come da procedura, sarà sottoposto ad identificazione, per
capirne la provenienza e intervenire presso il produttore, al fine di ottenere i chiarimenti del caso. Allo stesso tempo saranno indagate le condizioni del ritrovamento e, se possibile, l'eventuale stato (cotto o crudo)».
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