"Messiah" in Duomo Si festeggia il Natale con le note di Händel

Alle 19.30 la Barocca diretta da Ruben Jais proporrà pagine dell'Oratorio del Settecento

"Messiah" in Duomo Si festeggia il Natale con le note di Händel

Che avventura la storia della musica barocca e dei suoi giganti. Ecco stasera la possibilità di incontrarne uno, tra i più affascinanti, in un evento che è considerato tra i massimi riti delle feste di fine anno: il concerto di Natale in Duomo che questa volta coincide con l'inaugurazione della nuova illuminazione esterna della cattedrale, prevista alle ore 18,45.

Al centro Georg Friedrich Händel e la sua musica: Nacque nel 1685, nello stesso anno del pilastro Johann Sebastian Bach, il mago della fuga e del contrappunto. «Il primo visse da musicista moderno, grande operista di successo alle prese coi più diversi generi». Il maestro Ruben Jais così introduce alla serata che lo verrà protagonista col suo ensemble laBarocca e l'Esemble vocale condotto da Gianluca Capuano (soprano Frigato, contralto Mineccia, tenore Auvity e baritono Dolcini) a partire dalle 19,30. Un evento firmato Veneranda Fabbrica (ingresso libero fino a esaurimento posti a partire dalle 18.45). In programma ci sono alcuni estratti del capolavoro händeliano «Messiah», tra gli Oratori più belli della storia della musica. Händel, già proprio lui: il compositore di Halle, tedesco naturalizzato inglese.

«L'autore ebbe grande successo agli esordi con un lavoro lirico in lingua italiana, come si usava all'epoca a Londra, il Rinaldo - racconta il Maestro - A un certo punto l'Inghilterra abbandonò l'uso delle lingue straniere e lui fu geniale nelle sue scelte». Ecco dunque il «Messiah», nel 1741, su testo di Charles Jennens tratto dalla Bibbia di re Giacomo e dalla versione dei salmi inclusa nel «Book of Commn Prayer». Il debutto a Dublino, eppoi la scalata fino a diventare una delle più note ed eseguite opere corali.

«Noi de laBarocca non proporremo tutta la partitura che per intero dura sulle tre ore - dice Jais - ma senza dubbio alcuni estratti significativi». L'opera nel suo intero è strutturata in tre parti - continua - la prima è dedicata alla nascita di Gesù; la seconda al periodo quaresimale fino alla Resurrezione e al celeberrimo Hallelujah, brano che tutti conoscono. Dulcis in fundo, per completare la terza parte dedicata al giudizio universale. Lavoro ciclopico per strumentisti e bacchetta: in chiesa, nella versione odierna, sarà un concerto di oltre un'ora. Analisi musicale.

«Il Messiah - afferma - è una di quelle pagine che ogni volta danno la capacità al direttore di studiare nuove soluzioni timbriche, inedite soluzioni dinamiche, diverse soluzioni di equilibri e di fraseggi». Ce ne è abbastanza per non mancare. La musica barocca ha sempre esercitato un fascino immenso sul pubblico, probabilmente è tra le più ascoltate.

«Uno stile che fa ben convivere la chiarezza compositiva con grandi momenti di emozione», considera Jais. Direttore artistico de LaVerdi e direttore della Mailänder Kantorei - formazione legata alla comunità tedesca a Milano - il maestro milanese nel 2008, proprio per l'interesse estremo verso la musica di questo periodo, ha fondato il complesso che stasera dirige: «Una delle nostre particolarità è che eseguiamo le partiture seguendo pure le scritture originali e, quando è possibile, utilizzando strumenti dell'epoca».

Nel sesto anno di collaborazioni con la Veneranda Fabbrica («noi coinvolti a Pasqua per l'esecuzione delle Passioni»), l'ensemble dopo l'appuntamento nella cattedrale e la pausa natalizia, tornerà in pista a gennaio: primo concerto al Teatro Gerolamo.

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