«La mia arte corsara a Palazzo Reale nel segno di Expo»

Beatrice Trussardi presenta la mostra più attesa All'inaugurazione i vip dell'arte (e della moda)

Prada chiama e Trussardi risponde. Oramai a Milano le strategie sull'arte contemporanea sono sempre più nelle mani delle major della moda. Che, sia ben chiaro, di argomenti ne hanno da vendere in virtù di collezioni «global» straordinarie e curatori internazionali che possono scegliere e spendere. E allora, dopo la trionfale inaugurazione del polo contemporaneo di largo Isarco, ieri è toccato alla Fondazione Trussardi aprire in pompa magna la stagione espositiva di Palazzo Reale. Un vernissage in grande stile per una mostra che, questa volta, esula dalle tradizionali scorribande del curatore Massimiliano Gioni negli spazi non convenzionali della città (il pubblico ricorderà gli interventi di Peter Fischli and David Weiss a palazzo Litta, le performance di Tino Sehgal alla Villa Reale o la personale di Paul McCarthy a Palazzo Citterio). Ieri la grande arte contemporanea (che da tempo manca al Pac) ha invaso le sale di un Palazzo Reale abituato a voli pindarici e a delegare contenuti a società esterne in grado di garantire grandi sbigliettamenti. Caval donato ben accetto, in questo caso, dagli appassionati dell'arte d'oggi che nelle 29 sale al primo piano hanno potuto ammirare il percorso messo a punto dal miglior critico italiano in circolazione. Il quale ha giustamente scelto New York come terra d'adozione, e proprio dalla Grande Mela ieri ha salutato in videoconferenza il pubblico delle grandi occasioni accorso all'inaugurazione della «Grande Madre». Assenza giustificata perchè, ironia della sorte, poche ore prima nasceva il primogenito Giacomo. Una ventata di ottimismo global ha avvolto ieri Palazzo Reale che ieri ha celebrato l'abbraccio del mondo dell'arte con quello dei vip e del jet set del collezionismo. Al battesimo della Grande Madre sono venuti in tanti, da Miuccia Prada a Germano Celant a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Madrina del vernissage, la presidente Beatrice Trussardi che ha sottolineato ancora una volta l'obiettivo dell'omonima Fondazione di «portare l'arte nella quotidianità di tutti i cittadini perché sia modello di coesistenza». Anche in questo caso i contenuti riescono a infrangere qualsiasi patina glamour. «Stavolta ho scelto Palazzo Reale - dice al Giornale la Trussardi - perchè abbiamo messo in campo opere anche storiche di 140 artisti. Volevamo dare un grande segnale nell'anno di Expo, e in fondo, anche stavolta è stata una scorribanda: quella di opere contemporanee che dialogano con gli arredi di un palazzo storico».

Memore della convincente curatela alla Biennale veneziana, il curatore Gioni ha da par suo sciorinato un percorso enciclopedico a partire dalle avanguardie del '900 fino ai giorni nostri, permettendosi in corsa digressioni rispetto all'originario tema della Maternità.

Così, ad arricchire la mostra, il pubblico ha potuto ammirare opere importanti di tutti quegli artisti (e quelle artiste) che hanno affrontato

in modo intenso e drammatico l'universo femminile a tutto tondo, tra identità sessuale e potere negato. Dalle foto di Cindy Sherman alla bellissima sala dedicata a Louise Burgueois agli aquarelli onanistici di Carol Rama.

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