«Milano è sopra il pre-crisi ora sia hub della conoscenza»

Il direttore di Assolombarda: «Il futuro? Le grandi aree Il cibo vola, tutelare i prodotti è lecito se lo fanno altri»

Alberto Giannoni

Michele Angelo Verna, direttore generale di Assolombarda, con il presidente Rocca avete puntato sul piano «Far volare Milano». A che punto sono i progetti?

«Dopo oltre 3 anni non sono più progetti ma nuove attività. Oggi tutti i 50 progetti sono stati realizzati, generando 30 nuovi servizi. Abc Dgital ha coinvolto oltre 1.700 studenti. Di Bancopass hanno fruito 1.500 aziende. A Energia meno cara nel 2016 hanno aderito 300 imprese per 25 milioni di euro e un risparmio stimabile in oltre 2 milioni. Alle opportunità e missioni di Internazionalizzazione hanno partecipato 1.200 rappresentanti d'impresa. Sicurezza al centro: il numero di infortuni è calato del 34%. Startup town: in 3 anni, sono state associate 316 start-up. Aver realizzato il Piano Strategico è un traguardo importante, che contribuisce a valorizzare il ruolo di Assolombarda».

Qual è il suo stato di salute?

«Siamo cresciuti: 1.200 le nuove imprese associate nell'ultimo triennio. Da 4.751 a 5.800 nonostante le chiusure dovuti alla crisi. Il patrimonio netto è aumentato di 7 milioni. I ricavi complessivi sono passati in 4 anni da 35 a 47 milioni»

E l'economia di Milano?

«I dati ci dicono che Milano ha recuperato completamente il pre-crisi. L'Export lombardo viaggia a livelli molto superiori al pre-crisi. La presenza in Expo è stata straordinaria. Sono state coinvolte 3.900 imprese, con 216 aziende associate selezionate per lavorare».

Milano vola ma l'Italia?

«Nel mondo la crescita non è fatta dagli Stati ma dalle grandi aree metropolitane. Sono cento nel mondo e generano l'80% della ricchezza. Una Milano più vicina al 3% varrebbe da sola uno 0,6-0,7% del pil italiano. La Grande Milano, Milano con Lodi e Monza-Brianza, ha assolto in pieno questo ruolo. L'Italia ne ha beneficiato ma ancor più di ieri ha bisogno di Milano motore trainante. Le presidenze passano, Assolombarda va avanti ma la nostra visione si può riassumere nel concetto di città Steam: S di scienze, T di tecnologie, E di environment (ambiente), A sta per arte, cultura e creatività, M è manifattura. Mettendo a fattor comune i punti di forza della città si potrebbe generare tra 17 e i 24 miliardi di valore aggiunto nei prossimi dieci anni».

Export e pil vanno bene, l'occupazione sembra ancora faticare a beneficiarne.

«La manifattura 4.0 impone che siamo hub della conoscenza e sul lavoro deve esserci un grande sforzo. A Milano si è creata occupazione. Il food tira moltissimo e ne stiamo diventando capitale europea. C'è il fenomeno e-commerce. Il retail di lusso. Sono tutti filoni con crescita qualificata».

Di recente siete stati in missione in Cina con le imprese milanesi. Vi preoccupano le ipotesi protezionistiche che tornano?

«Il mondo va da uno schema in cui la globalizzazione era glorificata a uno schema di protezionismo e bilateralismo. Noi abbiamo aperto un ufficio a Bruxelles e il nostro compito è essere fortemente incisivi in Europa. Il tema Cina va molto ben sorvegliato e in alcuni settori non lo è.

In alcuni settori bisogna proteggere i nostri prodotti, bisogna aprire dove c'è apertura. Ma ci soddisfa molto l'accordo col Canada. Comunque è lecito parlare di interesse nazionale e delle imprese lombarde e milanesi. Ed è lecito tutelarlo».

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