Misterioso furto ad Arese nell'abitazione di Salvatore Borsellino, fratello minore del giudice Paolo - ucciso dalla mafia insieme a 5 poliziotti della sua scorta il 19 luglio 1992 nella strage di via D'Amelio a Palermo - e fondatore del movimento «Agende rosse».
A diffondere la notizia è stato proprio lui ieri mattina mentre si trovava nel capoluogo siciliano dove, come sempre, partecipa all'udienza del processo per la trattativa Stato-mafia.
Secondo quanto spiegato dallo stesso Salvatore Borsellino, ignoti in un suo periodo di assenza tra il 29 dicembre e il 3 gennaio sono penetrati nell'appartamento di Arese e hanno portato via la cassaforte.
«Un fatto strano non certo opera di balordi. Sono stati lasciati oggetti di valore mentre hanno rovistato tra i documenti», ha spiegato il fratello del magistrato, che ha segnalato anche un'altra circostanza da lui ritenuta sospetta: l'impianto di allarme, collegato telefonicamente alla caserma dei carabinieri di Arese, non è scattato.
«Tornerò subito a Milano per integrare la denuncia -ha aggiunto Borsellino- . Nonostante l'allarme abbia sempre funzionato, infatti, stavolta le chiamate automatiche ai carabinieri non sono partite.
«Devo anche controllare se il computer sia stato manomesso e siano stati portati via anche documenti» ha concluso Salvatore Borsellino.
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