Cronaca locale

In mostra gli antichi codici liturgici che narrano i canti di Sant'Ambrogio

Tanti inediti nell'esposizione di diciassette libri in pergamena

Lucia Galli

Diciassette codici in pergamena e carta, alcuni mai esposti prima, tutti da sfogliare (almeno con gli occhi), ma soprattutto da cantare. Milano riscopre la sua musica, quella di Sant'Ambrogio che, in città, fra le mille imprese, compì anche quella di rifondare una liturgia ad hoc. Si legge rito ambrosiano e si punta sulla solennità, fra canti, inni e graduali che strizzano l'occhio alla complessità bizantina. Va così dal IV secolo d.C, a Milano, prima ancora che vi arrivasse la Madonnina e nonostante i tentativi, da Carlo Magno in poi, di unificare il rito con quello dell'Urbe. E allora, la biblioteca che di Ambrogio porta il nome mette in mostra, fino a fine ottobre, una serie di must see che profumano d'antico. Messali, manuali, antifonari con i loro pentagrammi imperfetti a linee colorate e, successivamente, le note a forma quadrata e poi lezionari su cui esercitare la lettura della Sacre Scritture. I codici, strappati al loro riposo dagli scaffali della biblioteca voluta da Federico Borromeo, sono esposti, con la regia di monsignor Marco Navoni e Angelo Rusconi, nelle prime sale del consueto percorso espositivo della pinacoteca Ambrosiana (biglietto unico, www.ambrosiana.eu), fra un Bramantino e un Botticelli. I più antichi provengono da due chiese di valle Leventina, nel canton Ticino e risalgono a dodici secoli fa: allora l'Italia imparava per la prima volta a scrivere le parole staccate e ristudiava il latino grazie alla rinascita carolingia e a quella scrittura carolina da cui, ancora oggi, prendiamo, sia noi sia il computer, la a e tanti caratteri minuscoli. Ha un formato monumentale, atlantico appunto, la Bibbia di XII secolo che arriva dalla chiesa cattedrale (prima del Duomo) e che riserva agli occhi grandi decorazioni indaco e rosso con un Cristo pantocratore al centro. Fra i più miniati e d'impatto è il martirologio milanese del 1330 dove un Ambrogio in culla è attorniato dalle api, secondo il celebre racconto della sua vita. Passando ai capolavori di XIV secolo, ecco il messale di Roberto Visconti che si inginocchia, lasciando vuoto il suo seggio di arciprete.

A chiudere l'esposizione grandi antifonari provenienti da San Babila, porta Ticinese e dalla biblioteca degli Oblati del Santo Sepolcro di Milano con l'Alleluia, la parte di canto affidato ai ragazzi, proprio come accade ancora oggi nel coro della cattedrale.

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