Un'altra stretta alla movida a un mese dal voto. Beppe Sala ha firmato ordinanze più restrittive sull'asporto per corso Garibaldi, che stava tirando un sospiro di sollievo dopo che il Tar a metà agosto aveva bloccato la chiusura anticipata dei dehors scattata in seguito al ricorso di un condominio, e per il quartiere arcobaleno di Porta Venezia, che ora si sente tradito dal sindaco paladino dei diritti Lgbt. In Garibaldi scatta da questa sera e fino al 2 ottobre (salvo proroga) il divieto d'asporto a qualsiasi titolo, anche gratuitamente o in bicchieri di plastica, di bevande alcoliche di ogni gradazione nelle notti tra il venerdì e il sabato, nei festivi e prefestivi, dalle ore 22 alle 5. Va peggio ai locali del Lazzaretto, via Lecco e via Melzo, il «quartiere arcobaleno», dove il divieto sarà in vigore tutte le sere. Nelle altre zone della movida - Duomo, Arco della Pace, Ticinese/Darsena/Navigli/Tortona, Nolo, Como/Gae Aulenti/Brera, Isola e comunque in Garibaldi e Lazzaretto - vengono prorogate da lunedì e per tutte la settimana le misure decise un mese fa d'intesa con la prefettura, il divieto d'asporto di ogni tipo di bevande cibo in contenitori di vetro e lattine dalle 22 alle 5. «Stiamo cercando di spiegare anche ai commercianti perchè lo facciamo - dichiara Sala -, crediamo che sia anche nel loro interesse. A bilancio dell'estate non ancora conclusa credo che abbiamo fatto bene a concedere spazi per i dehors» per far fronte alle restrizioni anti Covid, «sappiamo che in alcuni casi è stato dato qualche fastidio ai residenti ma quest'anno andava fatto così, il prossimo vedremo».
I commercianti invece sono infuriati. Paolo Sassi, portavoce dei gestori di via Lecco, riferisce che i titolari avevano «preparato delle proposte serie per andare a colpire il problema vero, non certamente l'asporto. Qui c'è un'emergenza sicurezza, è arrivata la criminalità organizzata, ci sono tanti borseggiatori e con la chiusura delle discoteche arrivano folle di ragazzini con bottiglioni di birre e alcolici acquistati altrove, ballano in largo Bellintani e via Lecco fino a notte inoltrata. Noi avremmo proposto fine dell'asporto all'1,30 e chiusura dei locali alle 2, ora verrebbe voglia di tener aperto fino a tardi». Sindaco avvisato? Lo stop all'asporto tutti i giorni alle 22 secondo Sassi è uno schiaffo alla comunità Lgbt, «Porta Venezia è diventata un luogo d'incontro per il mondo gay, la gente si sente più sicura che in altri quartieri. Ed è stato una doccia fredda, il Comune non ha consultato neanche l'associazione Milano Rainbow District, avevamo chiesto un preventivo per un servizio d'ordine privato imponente su tutto il quartiere». Invece «il Comune punisce i gestori virtuosi. E la stretta scatta nel mese in cui tra Fuorisalone ed eventi avremmo lavorato di più, è vergognoso». Il presidente dell'associazione dei locali di corso Garibaldi Diego Travaglio sottolinea che «abbiamo appena finito una guerra al Tar contro il condominio, il sindaco poteva almeno aspettare la settimana dopo il Salone del Mobile per farci lavorare. Siamo in balia di decisione prese senza che si affronti il punto cruciale, siamo sempre noi a pagare il conto, serve un presidio di polizia fisso negli orari più critici».
Il segretario Epam Carlo Squeri raccoglie gli sfoghi degli associati: «In zona Lecco sono inferociti, lì la situazione è insostenibile e denunciano da mesi che c'è un problema sicurezza più che di disturbo della quiete».
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