Un «aiutino» da 500 mila euro al sindaco. Il radicale Marco Cappato non molla, da tre anni insegue i responsabili delle affissioni abusive nella campagna elettorale del 2011. I vigili staccarono ben 4.890 verbali, pari a 7-8 milioni di euro. Candidati o partiti di quasi tutti gli schieramenti. La battaglia di recupero crediti prima che le multe cadano in prescrizione colpisce dunque in maniera bipartisan. Dal Comune riesce ad avere notizia a rate, giusto una settimana fa riferiva in aula che dopo 3 anni di attesa erano finalmente state emesse a inizio anno un decimo delle ordinanze di ingiunzione.
I primi politici «colpiti»: il sindaco Giuliano Pisapia con 159 ordinanze, il consigliere Manfredi Palmeri e Edoardo Croci, ex assessore della giunta Moratti. Ma a causa di errori nella notifica, le ingiunzioni sono state annullate l'8 aprile. Il lavoro di verifica e nuova emissione richiederà almeno 120 giorni. Ma Cappato solo ieri ha saputo che proprio Pisapia sarebbe stato «salvato» 48 ore prima di dover prendere una decisione clamorosa: pagare mezzo milione o fare ricorso e quindi dimettersi, visto che la legge impedisce a chi ricopre una carica in un ente di avere procedimenti civili o penali pendenti con l'ente stesso. «Grazie a un accesso agli atti - riferisce il radicale - apprendo che tra il 10 e il 13 aprile il sindaco avrebbe dovuto pagare 510.488 euro. Ma due giorni prima arrivò la determina dirigenziale che annullò tutte le ordinanze di ingiunzione emesse». Motivo, «i possibili vizi di forma nella procedura, contestati nel ricorso da Edoardo Croci. Ma non c'era urgenza di annullare tutte le ingiunzioni. Croci, non essendo Consigliere era libero di fare ricorso e la sua udienza davanti al giudice di pace era fissata per il 29 maggio, 51 giorni dopo». A Pisapia invece ne restavano due per sciogliere il dilemma: pagare o dimettersi. Il capo di gabinetto del sindaco accusa Cappato di fare «illazioni» e di «smodata e irragionevole ossessione inquisitoria» verso il sindaco che ha «sempre ribadito l'intenzione di procedere al pagamento delle sanzioni che riguardassero affissioni effettuate dal proprio comitato elettorale, pur non avendo responsabilità diretta perchè aveva stipulato un regolare contratto con una società del settore». É «dovere degli uffici redigere ogni verbale in modo tale che la multa non sia vanificata da eventuali ricorsi. La sospensiva del Giudice di Pace di fronte al ricorso di Croci ha evidenziato vizi che avrebbero reso inefficace l'azione sanzionatoria».
Una difesa debole, è la controreplica di Cappato: «Non smentisce nulla» e comunque «la responsabilità politica di porre fine a un'attesa che dura da 3 anni o proseguire con il peggio della tradizione di
illegalità italiana, è tutta sua». Ma «Baruffi dice pure il falso, l'ipotesi di vizi di forma era nella memoria difensiva di Croci, non in un atto sospensivo del giudice. L'annullamento è stata un'autonoma iniziativa del Comune».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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