Il musical «Priscilla» ispirato agli anni Cinquanta

Il performer Frattini: «Battute come quelle di Bette Davis». Da domenica fino al 3 marzo

Ferruccio Gattuso

Da Steinbeck a Kerouac il mito del viaggio on the road è stato, per molto tempo, declinato al maschile. Viaggio di libertà e di amicizia virile. Poi vennero Thelma & Louise e quel mito si colorò di rosa, un rosa acceso e ribelle contro la prevaricazione del maschio. Infine, vennero loro: Felicia, Bernadette e Mitzi, tre drag queen australiane a bordo di un pullman lanciato nel deserto in una missione all'insegna della musica ma anche dei valori dell'amore e della famiglia. Insomma, con «Priscilla» - prima film di successo, poi musical teatrale scritto da Stephan Elliott e Allan Scott il mito on the road si fece gay.

Tra i titoli più apprezzati negli ultimi anni in Italia, «Priscilla» torna in scena in questa stagione al Teatro degli Arcimboldi fino al 3 marzo (ore 21, domenica ore 16, ingresso 79-19 euro, info 02.64.11.42.213). Nell'allestimento Mas e All Entertainment per la regia di Matteo Gastaldo, il musical ad alto tasso di musica dance mantiene le sue spalle larghe e i suoi tacchi alti: più di cinquecento costumi, un pullman in scena, ventisette hit internazionali celebri e dal contagioso potere danzante tra cui titoli come «It's Raining Men», «Go West», «Like A Virgin» e «I Will Survive», una band dal vivo diretta da Fabio Serri e una bella iniezione di colori e ottimismo.

Tra i protagonisti, accanto a Mirko Ranù (Felicia) e a Christian Ruiz (Mitzi), nel ruolo fondamentale di Bernadette c'è Manuel Frattini, perfomer veterano del musical nazionale, ex Peter Pan e ex Pinocchio. Per lui, «Priscilla» è un'infatuazione, una prima volta e un regalo: «Sono da sempre fan di questo musical spiega l'attore e ballerino milanese e quando sentii che per questo allestimento ancora si cercava qualcuno per il ruolo di Bernadette ho pensato: è venuto il momento di propormi per il mio primo ruolo en travesti. Ho sostenuto il provino come tutti e mi sono tuffato in questa avventura che, per me, è un regalo e una prova fisica. Noi tre principali protagonisti restiamo sempre in scena e, per quanto mi riguarda, devo sostenere dodici cambi di costume. Camminare sui tacchi, poi, è l'ultima sfida: ci si abitua. La vera difficoltà è stato non fare la caricatura di una donna». Bernadette, drag queen stagionata, è il simbolo di un luminoso passato che non passa: «È il cinema anni '50 di Bette Davis spiega Frattini - e proprio alla diva mi sono ispirato per il ruolo. Le battute di Bernadette sono le migliori dello show e le più caustiche, proprio come quelle che resero celebre Bette Davis».

Il musical che tira in Italia resta sempre quello paillettes e lustrini e brani già conosciuti: «Priscilla» ne è un esempio di qualità, ma può sembrare una dittatura, alla quale un esperto performer come Manuel Frattini trova l'antidoto: «Io faccio sia musical mainstream sia titoli più di genere off spiega l'attore ma in Italia ci sono performer ormai

ottimi, disponibili a interpretare qualsiasi tipo di titolo. Chi deve fare un passo in più sono il pubblico italiano e i produttori e distributori. Ci vuole da una parte più curiosità artistica e dall'altra più coraggio».

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