Il Natale che non ti aspetti Borghi e saporiti galletti

A qualche ora da Milano si scopre «Pesaro nel cuore» Feste marchigiane tra presepi di sabbia e tagliatelle

Roberto Perrone

A l posto del solito Natale, tra finti mercatini con le stesse paccottiglie dal Baltico allo stretto di Suez, il Viaggiatore Goloso ne propone uno alternativo che, appunto, si chiama «Il Natale che non ti aspetti». Questa iniziativa si dipana tra 18 borghi della provincia di Pesaro-Urbino ognuno con la sua ricchezza di storia e arte, e venendo a quello che ci preme, con tante leccornie da mettere in tavola. Per il programma completo visitate il sito ilnatalechenontiaspetti.it, per il resto seguiteci in questo assaggio. Cominciamo da «Pesaro nel cuore», dove il centro delle feste sarà la pista di pattinaggio sotto l'albero più luminoso d'Italia (70mila lucine led). Per la nostra sosta golosa c'è il Nostrano dove Stefano Ciotti propone un menu stellato e creativo: cavoli, tartufo bianco, frutti di mare; cappelletti di squacquerone, brodo di olive e capperi; sogliola alla mugnaia di rabarbaro, flan di erbe di campo.

A Candelara, fino al 15 dicembre, due volte al giorno, il borgo viene illuminato con la sola luce delle candele. Da vedere, l'orologio settecentesco del castello, con il grande quadrante circolare in pietra bianca su cui spiccano le ore in numeri arabi e un'unica lancetta. L'affascinante e antico meccanismo che lo governa è ancora quello originale. Stacchiamo dal mare con il Pergolato della signora Maria. Per le sue tagliatelle ai fagioli si fa la fila e anche personaggi famosi si sono sentiti dire «non c'è posto». Pochissime le portate: tagliatelle ai fagioli e al ragù, arrosto misto, coniglio in porchetta; la domenica (su prenotazione): cannelloni e lasagne al forno, cappelletti in brodo. A Fano, invece, dopo una visita ai presepi di sabbia e a quello di San Marco con 500 statue meccanizzate, ci attende Almare di Antonio Scarantino, altro giovane rampante: triglia, prosciutto e salvia; spaghettone alla brace «scotadit» con piccole sardine e pane. A Fossombrone troviamo l'Ufficio Postale di Babbo Natale e l'osteria Zanchetti: lenticchie con la trota salmonata; gnocchetti all'ossobuco; faraona vintage. Poco oltre, lo spettacolo delle Marmitte dei Giganti, o Marmitte del diavolo, profonde depressioni nelle rocce a forma di pozzi circolari con diametro fino a 3-4 metri, inserite in un piccolo e suggestivo canyon con pareti alte circa 30 metri. Forse il punto più suggestivo del nostro percorso si trova a Urbania dove «Il Natale che non ti aspetti» si chiude dal 4 al 6 gennaio 2020 con la Festa Nazionale della Befana. Oltre 1.000 calze cucite a mano colorano le viuzze del borgo e le 300 aiutanti della vecchina incontrano i più piccoli. A Urbania, però, c'è anche un incredibile Cimitero delle Mummie, singolare museo la cui storia ha inizio nel 1567, quando fu istituita la Confraternita della Buona Morte. Tra le altre attività, i confratelli si occupavano della sepoltura dei defunti nel retro della Cappella Cola. Quando, a seguito dell'editto napoleonico, che spostava i cimiteri oltre le mura, si scoprì che diversi corpi erano rimasti intatti, questo vennero sistemati dietro l'altare di quella che divenne la Chiesa dei Morti. Nella seconda metà del Novecento, alcuni scienziati spiegarono il fenomeno con la presenza di una particolare muffa che avrebbe provocato l'essiccazione dei corpi. Visita poco natalizia? Forse, ma molto interessante.

Urbino ci appare nella sua ducale consistenza. Attraverso le vie dei presepi arriviamo alla Galleria Nazionale delle Marche dove, fino al 19 gennaio 2020, si può ammirare la mostra «Raffaello e gli amici di Urbino» che racconta il mondo delle relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti della città, che accompagnarono il percorso di crescita del grande artista. C'è anche da soddisfare l'arte del ristoro. Per questo ecco l'Osteria Angolo Divino con l'insalata di petto di galletto, albicocche olio e aceto balsamico; i ravioli del momento; la coscia di pollo croccante al formaggio e la sua sovra coscia al prosciutto e salvia.

Una cascata di luce scende dal Castello di Babbo Natale nel borgo medievale di pietra calcarea di Frontone.

Per quattro fine settimana, regalerà una suggestione unica con l'illuminazione delle mura. Sullo sfondo il Monte Catria (1701 m). La Rocca di Frontone, che ha visto l'intervento del celebre architetto Francesco di Giorgio Martini, chiude il nostro inaspettato viaggio (goloso) natalizio.

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