Nato come esempio di housing sociale ora è una terra di nessuno

Nato come esempio di housing sociale ora è una terra di nessuno

E' nato nel 2003 come esempio quasi unico di housing sociale in Italia. Un quartiere, sorto sulle ceneri di un'area degradata, con un forte contenuto sociale. Che integra abitazioni con affitto agevolato, servizi per le persone, attività commerciali, spazi verdi e un pensionato sociale integrato. Adesso il villaggio della Barona, fra via Ponti e via Zumbini, periferia sud di Milano, è diventato invivibile per la maggior parte delle famiglie che hanno scelto di scommettere su questa nuova forma di residenza. Colpa degli schiamazzi, insopportabili fino a notte fonda. E della scarsa sicurezza, acuita dall'assenza di vigilanza. Le famiglie del villaggio sono esasperate, tanto da aver deciso di raccogliere le firme con le quali chiedere al Comune di far rispettare, ad alcune attività, le regole basilari della convivenza civile. Quelle regole che ogni giorno, specialmente durante i fine settimane, sono puntualmente ignorate. «Siamo davvero stanchi. Ogni sabato e domenica il bar che ha aperto all'interno della struttura ci rende la vita impossibile». A parlare, a nome di tutti, è Mario Sturlese, residente del villaggio. «Il rumore e gli schiamazzi degli avventori sono insopportabili. E la musica viene lasciata ad altissimo volume anche dopo la mezzanotte. Non riusciamo a riposare. E se chiamiamo i vigili non intervengono». Insomma, i cittadini hanno le mani legate e adesso sperano che questa petizione convinca Palazzo Marino a prendere provvedimenti. «Chiediamo solo che la legge sia rispettata. Così come succede per i locali del centro, che a una determinata ora devono chiudere. E chiediamo che anche la fondazione presente nel villaggio dia un taglio a feste ed eventi che contribuiscono ad aumentare il rumore», prosegue Sturlese. Ma non sono solo gli schiamazzi a creare problemi. Il quartiere è diventato terra di nessuno. Così i furti sono cresciuti in modo esponenziale. «Ne subiamo di continuo, specialmente nei box - prosegue un'altra signora che vive qui dal primo giorno -. La situazione è peggiorata con il passare del tempo, perché mancano i controlli. Adesso abbiamo paura di ritrovarci i ladri anche negli appartamenti». In queste case vive anche il presidente di Zona 6, Gabriele Rabaiotti. «Vorremmo cercare di coinvolgerlo nel problema - conferma Sturlese -, ma putroppo va via la mattina presto e non lo vediamo. E quando ci sono queste feste, e proviamo a cercarlo, in casa non lo troviamo. Magari va a cercare rifugio altrove». Intanto, proprio il consiglio di Zona sta cercando di dare una mano a questi cittadini. «Mi farò portavoce della questione con gli altri consiglieri - promette l'esponente leghista Carlo Goldoni -.

Chiederò un immediato interessamento e intervento degli uffici comunali affinché il disturbo ai residenti finisca. Se ciò non dovesse avvenire, dovrò iniziare a credere alle voci che circolano nel quartiere. Cioè al fatto che evidentemente qualcuno lasci fare loro tutto quello che vogliono».

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