In merito decisione di vietare la commemorazione dei caduti della Repubblica sociale italiana al Campo X, l'associazione Memento denuncia «una deriva liberticida della sinistra ormai tragicomica». E in un comunicato spiega come oggi faccia riflettere «il fatto che Milano abbia avuto nella sua storia un sindaco partigiano come Aldo Aniasi che mai si sognò di vietare agli ex nemici di guerra il ricordo dei propri caduti. Fa riflettere che un Tribunale militare italiano nel 1954 abbia riconosciuto ai militi della Rsi la qualifica di militari inquadrati in un'entità statuale, quindi pienamente degni del cerimoniale militare riservato ai soldati. Nel Campo X del cimitero sono sepolti uomini quali Carlo Borsani (Medaglia d'Oro al valore militare ancora oggi riconosciuta dalla Repubblica Italiana) che insegnano come la pacificazione nazionale sia conciliabile con la fedeltà agli ideali della Repubblica sociale Italiana che, anche a detta di storici quali Renzo De Felice, fu un baluardo di difesa dell'Italia in primis rispetto agli eccessi di guerra delle truppe tedesche. Quanto alle modalità di ricordo dei caduti, sarà la magistratura a giudicare se esse siano lecite o meno, non certo l'Anpi e il sindaco Sala. Ci basti ricordare che in più di un'occasione è stata riconosciuta la liceità del rito militare del Presente nella commemorazione dei defunti. Memento, insieme alle organizzazioni d'arma, ricorda la compostezza del ricordo che ha sempre caratterizzato queste manifestazioni, mai fioriere di problemi di ordine pubblico.
Pare che siano questi i sassolini che infastidiscono i finti partigiani milanesi che vogliono solo strumentalizzare queste polemiche per coprire le loro lacune culturali e di gestione delle cosa pubblica». Oggi «verrà letto il brano di una lettera di un condannato a morte, chiesto un minuto di silenzio e chiamato il Presente secondo il rito militare, essendo Campo X a tutti gli effetti un campo militare».
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