«Nessun ticket in tangenziale» Penati vuol cacciare il manager

Gianandrea Zagato

«Ticket sulle tangenziali? Non c’è alcun mandato della Provincia di Milano a Serravalle per introdurre quest’esazione. E, attenzione, la Provincia è l’azionista di maggioranza della concessionaria che gestisce quei settanta e passa chilometri e non ha neppure mai autorizzato il dottor Di Marco a commissionare alcuno studio sulle prospettive del pagamento di un pedaggio». Filippo Penati prende dunque le distanze dall’amministratore delegato di Serravalle Massimo Di Marco, che, secondo le cronache locali, vorrebbe far pagare un nuovo balzello agli automobilisti milanesi.
È quindi, presidente Penati, il preannuncio di un’uscita di scena dell’ad di Serravalle?
«È la riaffermazione netta e senza bisogno di interpretazioni che Palazzo Isimbardi non è diventato l’azionista di maggioranza di Serravalle per far pagare un “ics” ai milanesi ad ogni chilometro percorso. È la riconferma che sono altri i temi da risolvere nel futuro, dal miglioramento della qualità del servizio al recupero del gap degli investimenti non fatti, dalla forestazione delle aree marginali dell’autostrada all’impegno più decisivo per la sicurezza di chi viaggia».
Tutto bene ma, secondo l’ad Di Marco, il pedaggio in tangenziale è uno strumento di «equità», ovvero chi percorre la rete autostradale paga già mentre chi entra ed esce dalle tre tangenziali milanesi non versa nemmeno un cent...
«...non è in discussione il principio dell’equità bensì la volontà di far pagare l’uso delle tangenziali sottovalutando che sono utilizzate gratuitamente e che esiste una consuetudine. Dato da non dimenticare neanche mentre il Comune di Milano ventila l’ipotesi della pollution charge che non vede contraria l’amministrazione provinciale di via Vivaio e che, anzi, attende di conoscere più compiutamente quel progetto voluto dal sindaco Letizia Moratti. Progetto, aggiungo, da giocarsi nel quadro della Milano metropolitana perché se ci fosse già oggi sarebbe quello il luogo dove decidere su un tema come questo evitando, tra l’altro, qualche incomprensione tra i Comuni».
E, forse, evitando anche qualche complicazione di troppo nella creazione della Grande Serravalle da lei auspicata. Futuro, quest’ultimo, che il presidente della Provincia di Pavia, Vittorio Poma, osserva con preoccupazione poiché servono «più cantieri in autostrada» e «meno acquisizioni societarie e finanziarie».
«Non facciamo operazioni finanziarie, si tranquillizzi l’azzurro Poma. Che evidentemente non ha interessi se Tem e Pedemontana vengano realizzate o no, volontà prioritaria della Provincia di Milano che ha appunto acquisito la maggioranza di Serravalle. E la Serravalle può essere motore, soggetto decisionale alleandosi con partner finanziari - penso ai grandi gruppi assicurativi, che previo aumento di capitale della Serravalle diventerebbero azionisti della società - per la realizzazione di Pedemontana e di Tem: due maxi opere prioritarie per colmare il gap infrastrutturale lombardo».
Smentisce quindi sempre l’ad di Serravalle, Di Marco, che ha proposto di acquisire le quote di Società Autostrade in Pedemontana e Tem (rispettivamente il 50 e 32%) per poi candidarsi alla realizzazione delle due opere?
«Non smentisco, io sono realista e Serravalle non può da sola fronteggiare un investimento di queste dimensioni: qualcosa come sei milioni mentre lo Stato metterebbe a disposizione meno di un terzo».
Futuro niente male davvero, presidente: una Grande Serravalle in un momento d’equilibri delicati nel settore autostradale...
«...

è bene evitare che si crei un pericoloso e dannoso conflitto d’interessi nel caso la Regione Lombardia - cui è giusto assegnare un ruolo di coordinamento e di regia - fosse, a un tempo, ente concedente e regolatore da un lato e concessionaria dall’altro. Ma è pure bene dare la garanzia che questi interventi si facciano: e la Provincia può affermarlo senza tema di smentite, come per il ticket sulle tangenziali».

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