«No al mercato dell'eterologa Abbiamo fermato il far west»

L'assessore alla Sanità rivela: «Forza Italia voleva il ticket in base al reddito» Ma poi rivendica i paletti della Lombardia: «Donazione gratuita e anonima»

«No al mercato dell'eterologa Abbiamo fermato il far west»

(...) autonome difendendo alcuni principi fondamentali. Primo: che l'accesso alla procreazione assistita di tipo eterologo fosse consentito solo a coppie eterosessuali, coniugate o conviventi. Secondo: che la donazione fosse gratutita e anonima, così da non poter risalire al genitore biologico. Terzo: che non ci fossero derive eugenetiche. Non abbiamo consentito il Far west che si prospettava su richiesta di altre regioni».

Perché la Lombardia si è battuta per l'anonimato?

«Il documento, prima della nostra firma, prevedeva che dopo venticinque anni si potesse risalire al nome del donatore. Le pare che una famiglia non venga minata da una possibilità del genere? Se dopo venticinque anni io vado a cercare mio padre o mia madre, secondo noi ne viene minata l'identità della famiglia».

E l'identità della persona? All'estero sono ormai molti i casi di figli dell'eterologa che vanno a cercare il proprio genitore biologico...

«Non vedo questo tema. Trovo che minare l'identità della famiglia non sia utile sul piano sociale, culturale e familiare».

A livello personale lei è favorevole o contrario alla fecondazione eterologa?

«Sono contrario, essendo cattolico e seguendo la linea della Chiesa. Ma ovviamente non posso non tener conto che siamo in uno Stato laico e che le leggi vanno osservate. Se la Corte costituzionale l'ha resa possibile, io devo prenderne atto in modo che venga rispettato il principio costituzionale sancito».

Tra le ragioni di polemica c'è l'impossibilità di accedere ai trattamenti per chi è portatore di una malattia genetica.

«La Lombardia ha chiesto di non consentire alla coppia di poter scegliere caratteristiche fenotipiche del nascituro: nella delibera della Toscana si volevano far selezionare occhi o capelli del nascituro. Noi abbiamo detto no alla scelta genetica e spinto perché non si potesse scegliere. La decisione di non ammettere persone con malattie geneticamente trasmissibili non dipende da una richiesta della Lombardia. L'ha stabilito la sentenza della Corte costituzionale facendo riferimento alla legge 40».

Ora c'è chi si lamenta perché i donatori non possono essere retribuiti ed è difficile trovare donne che si sottopongano a procedimenti invasivi.

«Viene riconosciuto un rimborso per le spese e per la giornata di lavoro. Non può diventare un mercato».

Maroni dice che la paternità della legge è tutta sua. E Forza Italia?

«Noi come Forza Italia abbiamo contribuito a trovare un'intesa a livello nazionale. E sulla scelta del ticket regionale avremmo preferito un ticket in base al reddito: si poteva pensare a un costo modulato secondo le possibilità economiche della famiglia. Il ticket in base al reddito avrebbe consentito alla Lombardia di non essere considerata una regione che consente l'eterologa solo ai ricchi. Ma ci siamo dovuti attenere ai rapporti interni alla maggioranza. C'è anche un partito che si chiama Ncd, che era sulle stesse posizioni del presidente della Regione e che dice: non vogliamo essere il gametificio d'Italia. Non si tratta di essere il gametificio, è che siamo dieci milioni».

In Lombardia ci sono sessanta centri autorizzati e nel Lazio sei. Perché?

«In Lombardia c'è un sistema sanitario superiore di cui la gente si fida di più».

Il presidente della Toscana invita le coppie lombarde. L'assessore Majorino dice che vuole aiutare i milanesi ad andare nelle altre regioni.

«Le coppie lombarde rimarranno in Lombardia, indipendentemente dal costo, perché si fidano di più».

La Lombardia continua a chiedere una legge

del governo. Che cosa vi aspettate?

«Che mantenga saldi i principi legati all'eterosessualità delle coppie, alla gratutita della donazione, all'anonimato dei donatori, che non consenta scelte che sconfinino nell'eugenetica».

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