"No al tutti contro Renzi e a una sinistra radicale"

Lo stop del capogruppo dei Dem al Comune di Milano, Filippo Barberis: "Beppe cauto, l'estremismo non porta voti"

"No al tutti contro Renzi e a una sinistra radicale"

Filippo Barberis, capogruppo del Pd in Comune e renziano. Il sindaco chiama a raccolta dieci saggi per rifondare il Pd. Si fa i fatti vostri pur non essendo iscritto al Pd?

«Dico spesso per scherzare che Sala non ha la tessera del Pd ma parla del partito più dei sindaci iscritti. Ma non sono tra quelli che contestano chi dà un contributo pur rimanendo all'esterno, lo leggo come un elemento propositivo».

E come vede l'idea dei 10 saggi?

«Non deve essere un modo per evitare un congresso, il partito deve rinnovare la leadership e delegare a un esponente il ruolo di condurre il partito. Se parliamo di collegialità non riesco a pensarla che in una fase di transizione».

Sala è solo al secondo anno di mandato, non dovrebbe concentrarsi sulla città invece che sulla politica nazionale?

«La risposta è nel suo impegno quotidiano al servizio della città che non viene meno se fa dichiarazioni sulla politica nazionale. Le due cose non sono incompatibili. Tanto più che le grandi città hanno un ruolo importantissimo a livello nazionale. È giusto che Milano si faccia sempre più sentire».

Era alla kermesse «Ricominciamo» promossa da Majorino e dall'ala sinistra del partito. Uno sfogatoio contro Renzi...

«Credo che ogni momento di riflessione e di ascolto sia utile, la sconfitta del Pd è stata importante e dobbiamo raccogliere le idee di tutti. Ma ho detto anche dal palco che dovremmo cercare di uscire dal tutti contro Renzi. Dire che le sue dimissioni da segretario siano finte non corrisponde al vero, altra cosa è dimettersi da leader politico, è più complesso e richiede che ci sia già un'altra leadership in grado di sostituirlo nel partito. Ridurre tutto a Renzi e pensare che i problemi della sinistra si risolvano con un suo passo a lato è un errore fatale, anche da parte dei più critici. La crisi della sinistra è storica, continentale».

Sala sostiene che ora serva una proposta radicalmente diversa da quella che ha portato il Pd al 18 per cento». È d'accordo?

«Le elezioni hanno dimostrato in maniera molto evidente che andare a proporre qualcosa ancora più a

sinistra non porta un voto più e non è sentito neanche dai ceti popolari con cui vogliamo riattivare un contatto. Quando Sala parla di radicalità e diversità, evoca un'idea del passato a cui dovremmo evitare di richiamarci».

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