Non aveva un appuntamento, non c'era nessuno che lo aspettasse a Novate Milanese. O almeno non qualcuno di «conosciuto» dalla sua cerchia di amici e dalla famiglia. «Li abbiamo sentiti tutti, uno per uno, ma hanno assicurato di non aver progettato d'incontrarsi con lui» spiegano i carabinieri della compagnia di Rho.
C'è una bugia, una semplice incomprensione o qualcosa di taciuto appositamente, comunque per ora un vero e proprio mistero all'origine della scomparsa dell'elettricista 22enne Stefano Marinoni, sparito giovedì scorso dalla sua abitazione di Baranzate dove abita con i genitori e le due sorelle di poco più grandi di lui. Erano le 19.30 quando il ragazzo avrebbe detto alla madre «Vado a fare una cosa Novate» o «Vado un momento dai miei amici a Novate», impossibile per la donna ricordare esattamente la frase. Sta di fatto che i militari hanno sentito tutti gli amici di Stefano, per sentirsi rispondere che non c'erano appuntamenti per quella sera.
Quel che si sa è che il ragazzo è salito a bordo della sua Smart bianca (la targa, FF355B ora è stata segnalata anche alla Società Autostrade) e da allora nessuno l'ha più visto.
I genitori e le sorelle lo hanno chiamato più volte su quello che, fino a oggi, sembra essere il suo unico telefonino, ma l'apparecchio risultava sempre spento. Sperando che il giovane, descritto come tranquillo e sereno, magari fosse in vena di divertirsi (ma anche pregando intensamente che nel frattempo riemergesse dal silenzio) la famiglia si è decisa a sporgere denuncia solo due giorni dopo, sabato mattina. Anche ai carabinieri, però, i controlli del cellulare non sono serviti a nulla: non solo il telefonino continua a risultare spento, ma l'ultima cella che ha agganciato è proprio quella di casa, prima di partire. Adesso forse solo i tabulati con l'elenco delle chiamate fatte e ricevute negli ultimi giorni da Stefano Marinoni potrebbero fornire informazioni preziose, ma non è detto.
E allora? Gli investigatori dell'Arma sono perplessi. «Quando qualcuno scompare di solito l'auto è la prima ad essere rinvenuta» riflettono. Ed è un ragionamento realistico e sensato, anche se purtroppo non aiuta a far prendere all'inchiesta una direzione piuttosto che un'altra.
Dalla sua scomparsa il giovane non ha fatto prelievi con il bancomat o la carta di credito, che continuano a essere monitorati (così come il telefonino, qualora venisse riacceso all'improvviso). Tuttavia i militari non possono escludere che il ragazzo non avesse dei contanti, magari prelevati a più riprese per non destare sospetti qualora avesse deciso volontariamente di svanire nel nulla.
Ma per quale ragione Stefano Marinoni avrebbe dovuto voler sparire
così, come un fantasma? La società per cui lavora non ha problemi (quindi l'impiego non era in forse), si era comprato la Smart da poco. Tutto filava liscio. Forse troppo per un giovane con una vita davanti tutta da scoprire?
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