Finisce con un nulla di fatto l'inchiesta della Procura di Milano che nel 2007 aveva investito l'imprenditore Giuseppe Rotelli e le sue cliniche private, accusati di avere truccato le cartelle cliniche dei pazienti per gonfiare i rimborsi da parte della Regione. Il giudice preliminare Vincenzo Tutinelli ieri ha disposto l'archiviazione del procedimento a carico di settanta indagati, in prevalenza medici in servizio nelle tre strutture di Rotelli (Policlinico San Donato, Istituto ortopedico Galeazzi e Istituto clinico Sant'Ambrogio). Lo stesso Rotelli risultava indagato come responsabile delle tre strutture.
Il provvedimento del giudice non esclude affatto che ci sia stata una prassi di prestazioni non necessarie o addirittura mai effettuate, fatte apparire nei cosiddetti Drg solo per incassare rimborsi in più: ma spiega che risulta impossibile distinguere le cartelle truccate dalle altre, magari semplicemente inesatte. Sarebbe d'altronde una fatica inutile, perché ormai la prescrizione è scattata.
«L'imponenza del fenomeno oggetto del procedimento - scrive Tutinelli - in termini di numero di pratiche e di entità delle erogazioni ottenute è già di per sè indicativo non di una iniziativa estemporanea di un singolo operatore sanitario, ma di una scelta pianificata di tutta la struttura. Tale imponenza è espressa dal numero di cartelle firmate e spedite dai medesimi soggetti». Per questo motivo, dopo che il pm Letizia Mannella aveva chiesto l'archiviazione per tutti gli indagati, si è tenuta l'udienza preliminare solo per quelli che avevano firmato più di cento cartelle con «anomalie» superiori ai cinquecento euro. Ma anche per questi non si è arrivati a poter disporre il rinvio a giudizio: il giudice dà atto che non risultano convincenti le linee difensive «volte a dimostrare che non erano i medici a doversi preoccupare dei profili economico-patrimoniali della loro attività», visto che la loro condotta «si sostanzia in una serie di erronee indicazioni in ordine alle patologie e alle modalità di ricovero \ per ottenere rimborsi in misura significativamente maggiore». Ma «non è possibile distinguere gli inadempimenti formali dagli inadempimenti sostanziali».
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