Ci sono alcune buone notizie, grosse, attese da vent'anni nei quartieri costretti a fare i conti con case, garage e cantine allagate quando si riversano bombe d'acqua su Milano. La costruzione delle cinque vasche di laminazione per contenere le piene del Seveso partiranno a giugno, il governo ha confermato gli 80 milioni su 110 che mancavano all'appello (la Regione ne ha già stanziati 10, Palazzo Marino 20) e non si fermeranno nemmeno di fronte al possibile ricorso del Comune di Senago su cui verranno realizzati i primi due bacini artificiali. «Questa volta ce la faremo, abbiamo chiesto con forza che non ci siano più quelle situazioni che bloccano i lavori o addirittura i bandi per l'assegnazione» conferma il sindaco Giuliano Pisapia all'uscita dal vertice riunito ieri in prefettura con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, il governatore Roberto Maroni con gli assessori regionale Bordonali e Beccalossi, il presidente della Provincia Guido Podestà con l'assessore Bolognini, l'assessore comunale Marco Granelli e altri amministratori locali. Delrio ha ribadito che il decreto Sblocca Italia contiene quei poteri speciali ai presidenti delle Regioni che consentono di far partire le opere contro i dissesti idrogeologici anche in presenza di ricorsi. Dunque, con gli 80 milioni garantiti ieri dallo Stato la costruzione delle vasche partirà a giugno e durerà circa un anno e mezzo. Non solo. Il sottosegretario ha fissato per il 4 dicembre un incontro a Roma con le Regioni per firmare nuovi accordi di programma per opere anti-dissesti, la Lombardia, potrà portare i piani già nel cassetto per contenere l'esondazione del Lambro. Spiega Granelli per il Comune che vanno completate le vasche di laminazione a Pusianom realizzati nuovi impianti «ma Aipo deve anche provvedere alla messa in sicurezza delle sponde del Lambro sul versante milanese», domenica ne è crollata una alta 25 metri in via Corelli, è stato sgomberato un palazzo. Sia il commissario Expo Giuseppe Sala che il sindaco hanno proposto di valutare «anche con strumenti normativi» che parte dei fondi destinati al progetto delle Vie d'acqua siano spostati su opere strutturali anti-esondazioni, «si potrebbe costruire solo la parte delle Vie indispensabile per la messa in sicurezza del sito a Rho». Delrio risponderà a breve. Maroni ha polemizzato invece sulle briciole garantite - e ribadite ieri, non un euro in più - come risarcimento danni per le piene dello scorso luglio: 5 milioni su 98. Il sottosegretario ha aperto solo alla possibilità di sforare il Patto di stabilità nei Comuni. «É una cattiva notizia, non possiamo trovare da soli gli 83 milioni che mancano, dovrà pensarci lo Stato - attacca Maroni -.
E martedì invieremo la nuova richiesta di stato di emergenza, i danni di questi giorni arrivano almeno a 30 milioni». Una sottostima secondo il Comune: «Solo a Milano il conto non è chiuso e si aggira intorno a 60 milioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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