Da dieci anni via Jean Jaures vive uno dei tanti paradossi all'italiana che troppo spesso arrivano al nostro orecchio e che non vorremmo sentire. Accade che il cortile della chiesa evangelica della zona venga spesso sfruttato per bivacchi e accampamenti da parte di stranieri e che questi, durante la notte, si esibiscano in schiamazzi e rumori. Come se già non bastasse il vociare fastidioso, la spazzatura lasciata da questi personaggi si sta accumulando da tempo senza che nessuno, nemmeno i pastori della chiesa, si prenda la briga di smaltirla. Gli abitanti dei palazzi vicini, dopo aver visto topi e altri insetti scorazzare indisturbati, e data la possibilità di mettere a repentaglio la salute di tutti, mortificati dalla situazione si sono rivolti alle autorità competenti. Il primo tentativo con l'ufficio di igiene dell'abitato del Comune è stato un buco nell'acqua. Reindirizzati all'U.O.T. Igiene Pubblica si sono sentiti dire che per l'intervento di rimozione dei rifiuti, dopo aver inviato un esposto che descrivesse il disagio, avrebbero dovuto pagare 150 euro. Oltre il danno la beffa. Questi cittadini i quali, da tempo, subiscono le seccature degli schiamazzi notturni, ma soprattutto il disgusto per l'accumulo di spazzatura nel cortile di questa chiesa, ex magazzino in subaffitto di derrate alimentari, per togliere di mezzo la fonte di problemi, non da loro causata, dovrebbero pure pagare. Fortunatamente, dopo la veemente protesta di altri inquilini delle case vicine, venerdì i rifiuti sono stati rimossi. È bastato poco, però, perché il problema si riproponesse. Uno dei fedeli della chiesa, già ieri, avrebbe buttato la propria spazzatura nel contenitore di altri, costringendo gli abitanti della zona a chiamare l'Amsa per esporre l'accaduto, evitando così di incorrere in multe salatissime e fastidiose.
Chi vive in via Jaures, oltre al problema del pattume selvaggio, si lamenta anche dei disagi che la chiesa evangelica provocherebbe ogni giorno. Una comunità mistica che darebbe alloggio esclusivamente a extracomunitari, dai quali, inoltre, ci si sentirebbe pure dire che chi si deve adeguare sono i cittadini della zona e non loro.
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