Pd bloccato. E la Lega recupera Craxi

A sinistra per ora solo voci isolate, mentre il Carroccio fa un'operazione politica

Pd bloccato. E la Lega recupera Craxi

L' operazione politica su Bettino Craxi, alla fine, la sta facendo la Lega. Legittimamente, sono i leghisti che riscoprono nella figura del leader socialista dei tratti politici da recuperare nella loro battaglia. Si infittiscono le voci che vogliono il vicesegretario Giancarlo Giorgetti presente ad Hammamet per il ventennale dalla scomparsa di Bettino Craxi, il 19 gennaio. E aumentano i segnali di interesse di Matteo Salvini per quello che i leghisti considerano un «sovranista» ante litteram. In difficoltà o in imbarazzo appare invece il Pd, erede in parte di una tradizione, quella comunista, che i conti col Psi non riesce a farli fino fino in fondo. Così, l'idea di una via Craxi, riproposta dall'ex presidente del Consiglio provinciale Roberto Caputo, non trova a sinistra una sponda solida. Nel centrodestra, Forza Italia come al solito non si tira indietro. L'ha detto ieri il capogruppo regionale Gianluca Comazzi e lo ribadisce oggi il collega comunale Fabrizio De Pasquale: «Siamo assolutamente favorevoli. Primo perché occorre guardare a quelle vicende col dovuto distacco, non con l'acrimonia dei nemici, poi perché Craxi per Milano ha significato molto: quando è stato premier la città ne ha beneficiato. Craxi è stato un politico visionario, ha colto la necessità di cambiare l'approccio della sinistra».

E la sinistra invece pare divisa. Non risponde il sindaco, cui la proposta di Caputo era indirizzata, e non interviene il segretario Pd Silvia Roggiani. Parlano alcuni esponenti del partito. Dicono cose eloquenti. «Oltre la questione della toponomastica credo sia giunto il momento di affrontare seriamente la questione socialista - spiega Alberto Pontara, della segreteria - La mancanza di un pensiero socialista è sempre più evidente. Questo dovrebbe farci porre delle domande. Craxi ebbe delle intuizioni, riuscì a ridare slancio alle idee riformiste. Commise anche degli errori, certo. Ma la fine di un'epoca, segnata da un'inaudita violenza giudiziaria (vogliamo finalmente riconoscere anche questa parte di storia?) non può essere affrontata ancora oggi con l'equazione socialisti=ladri». Simile l'impostazione di Daniele Nahum: «Il punto non è la toponomastica (peraltro sarei favorevole ad un suo ricordo) ma è fare i conti a sinistra sulla storia di Craxi. Non bisogna rimuovere la vicenda giudiziaria che ha riguardato lui, il suo partito e gli altri partiti della Prima repubblica, ma darle la giusta dimensione: come accaduto con altri leader non possiamo far coincidere il giudizio sul politico con la vicenda giudiziaria. E cita la Scala mobile, gli euromissili, «e soprattutto le intuizioni che si intravedevano già al Midas», e la capacità di dare al Psi «prospettive nuove e moderne».

Parole importanti. Ma si coglie un'incertezza generale.

Mentre il centrodestra a Sesto la via Craxi l'ha inaugurata subito e un leghista come Gianmarco Senna ha detto chiaramente: «Eravamo giustizialisti. Sbagliavamo noi». Il centrodestra i conti con Bettino Craxi li ha fatti, la sinistra ancora deve farli.

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